Il curry, fantastica miscela di spezie orientale costituita da curcuma, zenzero, cumino, pepe, cardamomo, peperoncino, viene usato per la preparazione di molti piatti: è ottimo nei risotti, ma anche nei condimenti per la pasta, abbinato al pollo, ai gamberetti, al salmone, alle uova, ai legumi.
Ma sapete quanto può fare bene alla salute? Gli aromi e i sapori di queste essenze, oltre a trasformare i piatti più semplici in un tripudio di colori e sapori, possono aiutare persino a scongiurare gli attacchi di cuore nelle persone che hanno subito un intervento chirurgico di by-pass.
Tutto merito della curcumina, principale componente biologicamente attiva della curcuma (circa il 5% del peso della radice secca) e responsabile non solo della colorazione giallastra, ma anche degli effetti benefici associati al suo consumo. In effetti, da tempo gli studiosi si stanno dedicando ad analizzare la sostanza principale della curcuma, da tempo utilizzate nella medicina tradizionale cinese e indiana, che sembra possedere diverse proprietà importantissime per la nostra salute: antitrombotiche, ipercolesterolemizzanti, antiossidanti, antiinfiammatorie. E brucia anche i grassi.
E ora i risultati di questo ultimo studio, pubblicato sull’American Journal of Cardiology da Wanwarang Wongcharoen e colleghi della Chiang Mai University, in Tailandia, che hanno analizzato i risultati ottenuti su 121 pazienti che avevano subito un intervento di bypass tra il 2009 e il 2011. La metà di loro, infatti, è stata curata con una capsula di curcumina da 1 grammo da prendere 4 volte al giorno, a partire da 3 giorni prima dell’intervento e continuando per i 5 giorni successivi. L’altra metà ha preso, invece, lo stesso numero di pillole ma di un placebo.
I ricercatori hanno potuto così rilevare che solo il 13% dei pazienti che avevano preso la curcumina aveva avuto un attacco cardiaco, rispetto al 30% del gruppo placebo. Wongcharoen e colleghi hanno potuto così stabilire, dopo aver tenuto conto di qualsiasi differenza precedente all’intervento, che le persone che assumono curcumina hanno ben il 65% in meno di probabilità di avere un infarto, probabilmente proprio grazie all’effetto antiossidante e antiinfiammatorio che possono aver contribuito alla limitazione dei danni al cuore dei pazienti.
Ma le obiezioni ai risultati della ricerca sono molte. “È ormai da molti anni che è stato dimostrato come la curcumina possa ridurre l’infiammazione e la tossicità di ossigenazione, o ancora i danni causati dai radicali liberi – ha commentato Jawahar Mehta, cardiologo dell’University of Arkansas for Medical Science – ma questo non significa che possa sostituire i farmaci nei pazienti che hanno problemi al cuore“. Lo studio, poi, sarebbe troppo piccolo e ci potrebbero anche essere effetti collaterali se si assume la curcumina in dosi molto elevate.
Insomma, prese con moderazione e utilizzate in cucina, il curry e la curcumina possono rivelarsi dei veri e propri toccasana. Anche perché, al di là di questo studio, l’osservazione che molti tipi di tumori sono più comuni in Occidente che non in India ha fatto ipotizzare che esista una relazione proprio con le abitudini alimentari degli indiani, che consumano elevate quantità di curry (e quindi di curcumina).
Anche chi si sottopone a chemioterapia può trovare un valido aiuto nella curcumina, come hanno dimostrato alcuni ricercatori dell’University of Michigan Comprehensive Cancer Center. Certo, non è detto che prendere 4 grammi di curcumina al giorno, come è stato fatto nello studio, faccia davvero bene, ma certamente la ricerca è destinata a rivelare sempre più qualità di questa spezia.
Roberta Ragni