Come mai l’agopuntura funziona? Come fanno semplici aghi a sostituire gli antidolorifici? Semplice: ne producono uno che agisce in modo del tutto naturale.
L’Università di Rochester, New York, ha scoperto il meccanismo molecolare che sottosta agli effetti analgesici di questa pratica millenaria. Gli aghi infatti stimolano il tessuto trattato a rilasciare una sostanza, finora nota per i suoi effetti pro sonno: l’adenosina. Questo sarebbe allora il segreto degli spilli! Durante la scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience, i ricercatori hanno inoltre triplicato i benefici dell’agopuntura aumentando localmente la concentrazione di questo nucleotide. Vediamo più da vicino lo studio.
Utilizzando come cavie sempre i nostri amici topolini, i ricercatori hanno appurato che il rilascio dell’adenosina nella zona di dolore – in questo caso le zampe – durante un trattamento di agopuntura standard viene aumentato di 24 volte proprio grazie all’applicazione degli aghi. Quindi gli aghi non solo stimolano la produzione della molecola, ma anche l’aumento del rilascio stesso. Ed è questa che riduce la percezione del dolore.
Come controprova, gli esperti hanno eliminato dai tessuti delle zampe dolenti i ricettori attivati in risposta all’adenosina, senza i quali la molecola non può nulla e infatti l’effetto degli aghi, senza ricettori, scompare. Infine grazie ad un farmaco specifico, che bloccherebbe la digestione fisiologica della sostanza curativa lasciandola in circolo più a lungo, si può potenziarne l’effetto fino a triplicarlo.
Studiando quindi il rapporto dell’agopuntura con il sistema nervoso periferico, il team capitanato da Maiken Nedergaard, ha confermato che questa pratica orientale d’origine cinese è efficace e scientificamente vera. Gli aghi vanno a stimolare i tessuti in profondità proprio laddove l’adenosina risiede ed è attiva.
Ma cos’è l’agopuntura? Una delle medicine non convenzionali più antiche – le sue radici risalgono a più di 5 mila anni fa – e più diffuse – solo in Italia l’Associazione Italiana Agopuntura afferma che annualmente circa 6 milioni di persone si affidano agli aghi per guarirsi – non ancora tuttavia da tutti riconosciuta, nonostante i 12 mila medici che la praticano (con queste cifre il nostro paese si pone addirittura al terzo posto dopo Cina e Giappone nella scala dei paesi che curano con essa i propri dolori).
La ricerca allora ha sicuramente scagliato un pietra a favore di una pratica alternativa alla medicina tradizionale che sempre più sta prendendo piede anche in occidente. Non è vero che ha solo un effetto placebo, che è da masochisti o, peggio, da stregoni! Tra l’altro in Italia l’abilitazione a praticare questo tipo di cura è concessa solo a chi è medico chirurgo. Contro il dolore acuto e cronico l’agopuntura agisce davvero come farmaco naturale al 100% perché prodotto proprio da noi stessi.
Questa terapia da sempre mira alla salute e il benessere, anche se pare un controsenso farsi infilare fisicamente sotto la pelle, per alleviare i nostri mali, sottili aghi in punti precisi del corpo come su una mappa. Ma invece funziona e ora sappiamo scientificamente il perché. Inoltre, se fatta a regola, i danni e gli effetti collaterali sono nulli, a differenza delle usuali medicine.
“Finalmente abbiamo colto uno dei segreti ancestrali di questa forma di medicina alternativa” dichiara il Dottor Rosario Porzio, farmacista ed esperto in medicina naturale. “L’agopuntura è stata un pilastro della medicina in alcune parti del mondo per 4.000 anni, ma perché non è stato capita del tutto, molti sono rimasti scettici (…) Il nostro studio mostra che vi è un chiaro meccanismo biologico dietro l’agopuntura” dice proprio Maiken Nedergaard.
Finalmente i misteri degli aghi sono allora stati svelati. Fino ad ora non si sapeva come facessero a guarire e, come tante altre terapie olistiche (l’omeopatia, la riflessologia, la naturopatia solo per citarne qualcuna), venivano ghettizzati ai margini della medicina “vera”. Queste medicine, come suggerisce il nome – holos in greco è intero – considerano la persona da curare nella sua totalità e non lo scompongono nei singoli organi che lo costituiscono appunto.
La ricerca americana può essere un fondamentale passo in avanti nell’accettazione di tali tecniche che, comunque, vengono già tuttora integrate con le cure comuni, sebbene pochi studi scientifici ne abbiano investigato le cause.
Se quindi finora siete stati scettici e vi siete imbottiti di antidolorifici per curare mal di testa, mal di denti, mal di schiena, ma anche per risolvere patologie non associate al dolore fisico come l’ansia, l’asma, l’insonnia ora potete sapere per certo che la medicina per tutto questo risiede in noi: anche se sembra un ossimoro, potete tranquillamente, per liberarvi dal male, affidarvi non più a mani competenti, quanto piuttosto ad aghi esperti!
Valentina Nizardo