Si riaccendono le luci sull’omeopatia e tornano in scena i due rivali storici della medicina, Christian Boiron, presidente del Gruppo Boiron e di Boiron Italia, e Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
L’intervista di Garattini rilasciata la settimana scorsa al settimanale Oggi, in cui commentava negativamente la notizia dell’integrazione di terapie omeopatiche e allopatiche all’interno dei presidi socio-sanitari pubblici in Toscana, continua a suscitare scalpore.
Ecco così che dopo la risposta secca di Aldo Liguori, docente di agopuntura alla Sapienza di Roma e quella più diplomatica dell’Assessore alla Regione Toscana Daniela Scaramuccia, fa sentire la sua indignazione anche Christian Boiron. “Ancora una volta Silvio Garattini non ha perso l’occasione per denigrare l’omeopatia – commenta Boiron –. Ma quando questo noto personaggio parla dell’attenzione della medicina classica al “rapporto benefici-rischi” e a quello “costi-benefici”, dimentica di citare i drammatici effetti collaterali che i farmaci allopatici possono avere: nel mondo sono stimati a circa 2 milioni l’anno i morti causati dagli effetti tossici dei farmaci allopatici, più dei decessi per incidenti stradali“.
Un’accusa pesante ma ben sostenuta da uno che dell’omeopatia ha fatto il suo stile di vita.
“Io stesso sono anche un fan dei medicinali allopatici – continua il presidente del gruppo leader mondiale dell’omeopatia – ma ritengo che per diverse patologie e per la maggior parte delle persone, si debba pensare in primo luogo ai medicinali omeopatici che, oltre a essere efficaci, possiedono il grande vantaggio, rispetto ai farmaci allopatici, di non avere effetti collaterali“.
Parafrasando le parole di Christian Boiron: è ormai giunto il momento che allopatia e omeopatia cessino di combattersi e si uniscano al fine di portare un beneficio ai malati, che non attendono altro. Perché, come recentemente ha scritto in un articolo pubblicato sullo European Journal of Internal Medicine, “l’omeopatia è una formidabile opportunità per la medicina“.
Fabrizio Giona