Che nesso c’è tra soia e mal di testa? Da uno studio condotto a Singapore pubblicato sulla rivista scientifica Neurology è emerso che il consumo di soia fa bene, ma bisogna stare molto attenti alle dosi. Se infatti la soia è alleata nel combattere i problemi di prostata, se si esagera col dosaggio si rischia di andare incontro a forti cefalee ed emicranie.
L’esperimento che è stato condotto su se stesso da Peter Engel, medico 57enne del reparto di neurologia del Singapore General Hospital, ha rivelato che l’assunzione di più di 100mg di soia al giorno per circa 6 mesi ha aiutato Engel a curare una prostatite che non rispondeva a nessun’altra cura, ma allo stesso tempo gli ha causato una cefalea temporale bilaterale che si presentava sempre, sia che fosse sotto sforzo che a riposo, associata a fotofobia e scotomi visivi al risveglio, sintomi tipici dell’emicrania con aura.
L’improvviso scatenamento di forti crisi emicraniche ha dato molto da pensare al medico, in quanto è proprio nella fascia d’età compresa fra i 50 e i 60 anni che il mal di testa cronico inizia a smettere, dunque l’insorgere di questi disturbi in un soggetto che non ne aveva mai sofferto in precedenza, fa pensare che ci sia qualcosa che non va e che questo qualcosa fosse legato alla cura a base di soia che Engel stava facendo per risolvere i problemi di prostata.
Per fronteggiare questo problema inatteso, il medico ha pensato bene di fare un nuovo esperimento: ridurre la quantità di soia assunta giornalmente, prima a 62 mg e dopo a 60 mg. Con il cambiamento del dosaggio della soia da assumere quotidianamente, il medico ha notato che il mal di testa era gradualmente scomparso e allo stesso tempo nonostante la riduzione del quantitativo di soia assunto quotidianamente, la sua prostatite godeva degli stessi benefici di quando assumeva circa il doppio della soia, dunque per curare la sua prostata non aveva bisogno di grandissime quantità di soia, ma di piccole porzioni.
Cosa si nasconde dietro la forte emicrania legata all’assunzione di soia? La risposta fornita da Engel e dall’equipe medica del reparto di neurologia dell’ospedale di Singapore è che gli isoflavonoidi della soia agiscono come gli estrogeni esogeni contenuti nella pillola contraccettiva e proprio per questo motivo causano la cefalea nella maggior parte delle persone che la assumono, questo perché gli isoflavonoidi modulando la dilatazione dei vasi celebrali agiscono sui neuroni del grigio periacqueduttale, principale centro di controllo del dolore emicranico.
Va dunque attribuito a questa ricerca il merito di aver stabilito la giusta quantità di soia da assumere quotidianamente, quindi attenzione alla soia: occhio alle dosi, consumatela senza esagerare. Cercate di sfruttare al massimo i suoi benefici senza incappare in brutte cefalee!
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