La carezza, il contatto più dolce e rassicurante che vi possa essere tra due persone, il primo scambio tra la mamma e il suo bambino, non ha più segreti. Un gruppo di esperti statunitensi ha infatti individuato la molecola NOMPC, ribattezzata “molecola della carezza”, che si trova alla base delle sensazioni trasmessa attraverso un leggero tocco della mano sulla pelle.
Un team di neuroscienziati dell’Università di San Francisco ha potuto comprendere che la reazione di sfioramento generata da un movimento del corpo è veicolata da una determinata molecola, in grado di trasmettere al cervello le sensazioni tattili. Tale molecola veicola al cervello le informazioni necessarie affinché ad uno sfioramento sussegua un movimento del corpo.
A partire da esperimenti condotti in laboratorio, si è osservato come, disattivando la molecola della carezza, la reazione di movimento successiva allo sfioramento scompaia. Ecco dunque che gli esperti hanno potuto individuare con precisione quale sia la molecola da considerare legata al compimento del gesto della carezza.
La molecola individuata è un neurotrasmettitore che può essere attivato o disattivato chimicamente. Si tratta di una scoperta fondamentale per comprendere i meccanismi che permettono che le stimolazioni percepite attraverso il tatto possano raggiungere il cervello, con particolare riferimento ai messaggi molecolari trasmessi attraverso le terminazioni nervose presenti sotto la pelle al sistema nervoso centrale.
Rimane però ancora in gran parte un mistero come una carezza possa suscitare in noi sensazioni di affetto, di protezione e di tenerezza, tanto da spingerci ad affidarci alle cure e alle attenzioni rivolte a noi da parte della persona che decide di sfiorarci lievemente. Le carezze, insomma, nascondono ancora molti segreti. Il team di ricercatori è stato guidato da Yuh Nung Jan e i risultati dello studio riguardante la molecola della carezza sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Nature.
Marta Albè