Ha i colori del Brasile la disciplina che unisce agilità e ritmo. Ma, signori miei, attenzione a non confonderla con una semplice danza e neppure con uno sport qualunque.
Si tratta della Capoeira (si pronuncia “capuéra”) che del Brasile segna una storia di ben quattro secoli.
Chi desidera muoversi ballando e dare sfogo alla propria creatività, non deve fare altro che iscriversi alle palestre o alle associazioni che ormai anche qui da noi offrono corsi di Capoeira alla portata di tutti.
A tale proposito, è a disposizione proprio la Federazione italiana di Capoeira per tutte le informazioni.
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Ma cos’è la Capoeira e da dove nasce?
Espressione folcloristica e artistica del Brasile, è una antica lotta di liberazione di origine africana. Furono infatti gli schiavi originari dell’Angola e del Congo, deportati dai colonizzatori portoghesi in Brasile, a fare arrivare qui i loro rituali e la loro cultura.
Impiegati come manodopera nelle piantagioni di canna da zucchero, gli schiavi al termine delle loro giornate si radunavano e ripercorrevano il loro passato di libertà con canti, danze, musiche e riti: tra questi uno diventò “Capoeira”, una forma di autodifesa e di lotta mascherata sotto forma di rituale e mimica.
Infatti, per non essere puniti dai bianchi, gli schiavi praticavano questa forma di lotta mascherandola da rituale. Una danza mimica acrobatica con movimenti lenti a incastro, al ritmo di strumenti tribali e canti.
Tutte caratteristiche che ancora oggi si ritrovano nella Capoeira: mai contatto diretto né movimenti bruschi, spesso ci si sposta accucciati, facendo perno su mani e piedi, con frequenti acrobazie a testa in giù.
Insomma, non è esattamente roba di tutti i giorni. Imparare le mosse tipiche di questa tecnica significa sottoporre tutto il corpo a un’intensa attività che tocca braccia, gambe e articolazioni. È ottimo per chi intende definire la propria muscolatura, per di più a suon di Berimbau, lo strumento a corda tipico della Capoeira.
E allora togliete le scarpe e indossate un paio di pantaloni comodi, in genere si usano gli abadà di colore bianco. Le attività si svolgono in gruppo: i partecipanti si mettono in cerchio, la roda, battono le mani e cantano al ritmo di Berimbau. Dopo un breve rito iniziale, due caporeisti entrano nel cerchio per sfidarsi. Così, attraverso il ballo e il gioco, si sviluppano flessibilità, agilità ed equilibrio.
E chissà che non impariate pure a cantare in portoghese…