Il 40% degli italiani non si muove affatto e il 20% delle famiglie non riesce a iscrivere un figlio a una società sportiva, causa la crisi economica.
È per questo che è stato lanciato il progetto “Città per camminare“: percorsi pedonali in 32 città della Penisola, per invogliare i nostri connazionali a muoversi e per di più a costo zero.
L’iniziativa è patrocinata dalla presidenza del Consiglio, dal ministero della Salute, dal Senato della Repubblica e dal Comitato olimpico nazionale italiano.
Ma perché camminare è così importante? Semplice: intraprendere un programma di allenamento basato sulla camminata può davvero offrire svariati benefici alla salute e – perché no? – alla propria linea e forma fisica.
- Anzitutto camminare regolarmente aiuta a ridurre la pressione sanguigna e il colesterolo – il che è ovviamente basilare per prevenire problemi cardiaci: si è infatti appreso negli ultimi decenni, grazie alla moltitudine di studi sulle abitudini delle persone sedentarie o attive, che camminare a passo sostenuto, anche solo 30 minuti al giorno, abbassa del 30-40% i rischi di infarti e ictus.
- Inoltre rinforza le ossa e le articolazioni, ed essendo un’attività meno “invasiva” rispetto a quelle ad alto impatto come aerobica e varie, riduce notevolmente il rischio di cadute e di osteoporosi, proprio perché aumenta la resistenza ossea abbassando i rischi di fratture, soprattutto dell’anca: la densità dei minerali dello scheletro è incrementata dal fatto di camminare e, come fa notare Ian Roberts dell’Istitute of Child Health di Londra, il raddoppio delle fratture femminili proprio dell’anca degli ultimi trent’anni “si accompagna ad una riduzione del camminare del 21 per cento tra le donne tra i 30 e i 59 anni di età“.
- E che si dice del perdere peso? Passeggiare aiuta anche a quello! Potrebbe sembrare una pratica leggera e oziosa, ma fatta con la giusta intensità, può elevare la frequenza cardiaca e portare alla soglia per bruciare calorie e grassi: quindi camminando velocemente non solo è possibile dimagrire, ma anche mantenere il peso raggiunto. Una ricerca del Center for Human Nutrition presso la University of Colorado Health Sciences Center ha appurato che una passeggiata al giorno di soli 15 minuti può aiutare ad evitare di riprendere il peso perso. Inoltre, senza modificare il regime dietetico, anche solo 2 mila passi al giorno – meglio se 4 mila! – riescono moderatamente a far perdere peso.
- Ultimo beneficio, ma non meno importante, quello relativo alla mente: in primis, camminare rende più lieve la depressione, fa dormire meglio e aumenta la soddisfazione mentale ed emotiva della propria vita in generale. Lo stress diminuisce e, di conseguenza, la sensazione di benessere diffusa arriva non solo al corpo, ma anche alla testa. In altre parole, camminare fa bene all’umore! Come? Grazie a delle molecole, le endorfine e la serotonina, prodotte maggiormente quando i muscoli si attivano. Camminare quindi come antidepressivo naturale!
Sempre per quanto riguarda il lato non organico della questione, uno studio condotto su 124 adulti sedentari ha portato alla luce che, dopo aver iniziato un programma di allenamento basato sul walking per 45 minuti 3 volte alla settimana per 6 mesi, le attività cognitive vengono svolte meglio se si pratica questo tipo di attività piuttosto che faticosi esercizi o stretching: un’attività cardiorespiratoria migliore aumenta l’afflusso di sangue al cervello, contribuendo a migliorare le sue funzioni.
Citerei, infine, anche uno studio norvegese che ha coinvolto più di 25 mila donne e che ha rivelato che una moderata ma regolare attività fisica riduce l’incidenza del cancro al seno.
Ma se allora la motorizzazione mondiale negli ultimi 40 anni ha fatto un balzo da gigante e se si usa la macchina anche per andare a comprare il giornale, se continua a diminuire la quantità di chilometri fatti a piedi da ciascuno di noi e se i bambini non solo non vanno più in bicicletta, ma passano ore e ore seduti davanti al pc, tutto questo dovrebbe darci davvero da pensare.
Si sa ormai che molte malattie croniche sono dovute alla sedentarietà: obesità, osteoporosi, diabete, malattie cardiovascolari, ma anche depressione, cancro e disordini immunitari, tutte patologie che l’essere inattivi incentiva. Lo stesso diabete non insulino può essere combattuto dal camminare che “incrementa la cattura del glucosio da parte del sistema muscolo scheletrico tramite l’aumento della sensitività dell’insulina” – scrive il su citato Roberts, e che quindi favorisce la diminuzione della glicemia.
Se una semplice camminata può fare tanto cosa aspettiamo? È arrivato il momento, anche per i più pigri che proprio non hanno voglia di andare in palestra o di andare a correre, di dire basta alla sedentarietà e di prendere in mano la situazione: o, ancora meglio, è arrivato il momento di rimettersi, letteralmente, in piedi!