È ormai noto a tutti che mangiare più di quanto se ne ha bisogno, unito ad uno stile di vita sedentario, porta all’obesità. Ma come si può correre ai ripari? Facile: mangiando di meno e facendo attività fisica. Ma non tutti sono disposti a fare sacrifici e spesso si ricorre ai farmaci o alla chirurgia per porre fine ai fastidiosi problemi di peso.
I farmaci che attualmente sono in commercio agiscono fondamentalmente attraverso due meccanismi: l’inibizione dell’assorbimento dei grassi da parte dell’intestino o la riduzione del senso di fame attraverso un’azione sui centri del cervello. Oggi invece si punta sul disattivare i meccanismi che fanno risparmiare calorie. Questo è quanto promette uno studio americano pubblicato sulla rivista “Cell Metabolism“.
Un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic ha scoperto il modo in cui i muscoli possono risparmiare o spendere la loro “moneta energetica” (quella che i biochimici chiamano Atp) e quindi come essi regolano il peso attraverso l’accumulo o la perdita di chili. L’Atp (adenosina trifosfato) è un composto capace di catturare energia e di cederla alle cellule nei vari e complessi processi metabolici: questa energia deriva dagli zuccheri e dagli acidi grassi, immagazzinati nel fegato e nel tessuto adiposo.
Ciò che hanno scoperto i ricercatori americani è che il controllo del risparmio energetico dipende da alcune strutture cellulari chiamate “canali del potassio sensibili all’Atp” (Katp). Questo meccanismo di risparmio è stato attivato nel corso dell’evoluzione per permettere di sopravvivere in periodi in cui il cibo era scarso. Ma ai giorni nostri, in cui il cibo non manca (si fa riferimento ai paesi sviluppati), i “canali risparmiatori” favoriscono l’obesità.
Quindi se si riuscissero a bloccare i Katp si otterrebbe un maggiore consumo di calorie e quindi un minor accumulo di adipe. Questa strada è stata già sperimentata sugli animali con risultati positivi: topi geneticamente modificati, in cui erano stati inattivati i “canali risparmiatori” delle cellule, in particolare di quelle muscolari, rimanevano magri rispetto ai coetanei normali e consumavano più zuccheri e grassi. «Favorire il consumo energetico attraverso il blocco dei canali Katp – ha commentato Alexey Alekseev, autore della ricerca – può essere particolarmente utile nei pazienti in cui l’eccesso di peso limita l’esercizio fisico».
Altri rimedi farmacologici per cercare di risolvere un problema che si potrebbe eliminare in partenza con una dieta alimentare sana e equilibrata (che non significa non gustosa!) e con un minimo sforzo fisico (bastano 15 minuti di passeggiata al giorno). Non possiamo farne a meno?!
Lazzaro Langellotti