Chi l’ha detto che se si è malati bisogna rinunciare allo sport? L’esercizio fisico è un fattore importantissimo per le persone affette da alcune malattie, da quelle polmonari all’epilessia, dalla depressione ai disturbi cardiaci.
Basta scegliere con cura lo sport più adatto e seguire i consigli del proprio medico.
Chi soffre di asma o di altre malattie polmonari, lo Yoga può essere un vero toccasana, dal momento che questa disciplina si concentra tutta sulla respirazione. Un altro sport consigliato dai medici specialisti è il nuoto: l’ambiente acquatico consente miglioramenti perché ha un effetto calmante e rilassante sull’organismo. Ma anche gli sport di squadra in cui è possibile “ritirarsi” in caso di difficoltà, come calcio e pallavolo, potrebbero andare bene.
Una patologia che condiziona particolarmente i pazienti è l’epilessia e, in questo caso, la scelta dello sport va fatta con particolare accuratezza. Banditi gli sport “solitari”, rischiosi e avventurosi, dalle immersioni subacquee al paracadutismo, compresi alpinismo e automobilismo. Meglio la palestra.
Lo sport è ottimo contro i disagi mentali come la depressione, come ha rivelato una recente ricerca della Manchester Metropolitan University presentata al congresso della British Psychological Society.
Anche chi ha sofferto di problemi cardiaci non è costretto a rinunciare all’attività fisica, anzi. L’esercizio fisico migliora la capacità aerobica, ha effetti positivi sulla capacità lavorativa e riduce il rischio di nuovi infarti perché diminuisce la frequenza cardiaca aumentando allo stesso tempo la forza del cuore.
Via libera alle camminate veloci, all’escursionismo, alla corsa lenta e alla ginnastica respiratoria, con la fondamentale raccomandazione di eseguire test da sforzo per regolare e programmare il lavoro in rapporto a frequenza cardiaca, pressione arteriosa e sintomi.
Ampia scelta per chi è affetto da gravi disabilità fisiche-motorie, che può scegliere anche la pratica agonistica, come dimostrano gli atleti delle paraolimpiadi.
Occhio, infine, all’attività che si sceglie se si soffre di disturbi alimentari: tutti gli sport individuali, dove l’atleta è sottoposto a regimi alimentari restrittivi e sente su di sé il peso della prestazione, pongono a rischio, come, ad esempio, la danza classica e il pattinaggio artistico.
Insomma, lo sport fa bene a tutti, o quasi. Ci rende più sani e più belli, ma anche più intelligenti e felici.
Roberta Ragni