Il fenomeno dell’invecchiamento non colpisce solamente la popolazione italiana ed europea, sempre meno propensa a far figli, ma anche le automobili che circolano sulle nostre strade. A lanciare l’allarme è il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani, il quale, aprendo a Roma i lavori della 69ma Conferenza del Traffico e della Circolazione, ha sottolineato che l’età media degli autoveicoli in Italia è salita a 9,5 anni, ben due anni in più rispetto al 2007.
Nonostante al giorno d’oggi sia molto facile usufruire di servizi internet sempre più all’avanguardia per valutare e vendere auto gratuitamente e in sicurezza, la maggior parte degli automobilisti non può comunque permettersi poi di investire migliaia e migliaia di euro nell’acquisto di un’auto nuova di zecca, e tende a rimandare l’esborso sfruttando il mezzo in proprio possesso fino al limite massimo. Non è un caso infatti che l’età delle quattroruote sia più elevata proprio in quelle regioni dello Stivale dove i redditi sono inferiori, ovvero Sud e Isole.
Che cosa comporta la presenza di un parco circolante tendente alla senilità? Le conseguenze ricadono non soltanto sul piano ambientale, come si potrebbe pensare, ma anche sul piano sociale. Se prendiamo in considerazione le emissioni inquinanti, un’automobile omologata Euro 1 rilascia nell’ambiente un quantitativo di monossido di carbonio superiore del 172% rispetto a una Euro 4, e lo stesso discorso vale anche per le polveri sottili.
Oltre a compromettere la nostra salute, i catorci sulle strade non rispondono più ai necessari requisiti di sicurezza in quanto, oltre a non essere equipaggiati con i più moderni dispositivi per la protezione dei passeggeri a bordo – ad esempio ABS, ESP e airbag non solo al volante – raramente vengono dedicate loro le necessarie spese di manutenzione. L’ovvio risultato è l’incremento degli incidenti stradali, che potrebbero essere notevolmente ridotti se si riuscisse a portare una ventata di aria nuova sulle nostre strade.
Per convincere le famiglie con una ridotta possibilità di spesa a cambiare il loro mezzo la strada più promettente sembra essere quella di pensare a nuovi incentivi e nel contempo di rivedere le scadenze della revisione obbligatoria. Affinché risultino davvero efficaci questi nuovi incentivi tuttavia dovrebbero essere strutturati con continuità, anno dopo anno, e porre al centro l’idea che nell’acquisto di un’auto, istinto ed emozione sono importanti, ma lo sono molto di più la propria sicurezza e quella di chi ci sta intorno.