È finito il periodo natalizio e con esso il tourbillon di regali, pensierini e la sensazione di essere tutti più buoni e generosi. Sappiate però che gli scienziati hanno scoperto da dove ha origine il senso della generosità che alberga dentro di noi!
Una ricerca scientifica che rimbalza dal Giappone alla compassata Inghilterra ha infatti decretato che le persone veramente generose non si “svegliano” solo in clima natalizio. Altruismo e generosità sono doti naturali insite nel cervello e i veri generosi non hanno bisogno di ragionare sull’opportunità di esserlo, lo sono e basta e non devono sopprimere nessun lato egoista, né sforzarsi consciamente di essere buoni… semplicemente sono gesti che gli vengono in modo del tutto naturale.
Non per niente i dizionari sono concordi nel definire “generoso” colui che è altruista, nobile d’animo, capace di sacrificio. Si può dunque definire generoso chi con coraggio si prodiga per il bene degli altri senza avere in mente, in nessun modo, l’obiettivo del tornaconto. E, tanto per essere chiari, il tornaconto può non essere necessariamente di carattere pecuniario!
L’indagine è stata condotta da Masahiko Haruno dell’Università Tamagawa a Tokio e Christopher Frith dell’Università di Londra. Alcuni psicologi e ricercatori appoggiavano una teoria secondo cui la generosità scaturisce dalla capacità di attenuare consciamente il nostro egoismo innato tramite aree neuronali adibite al ragionamento. La ricerca ha però dato risultati diversi da quelli che gli studiosi si aspettavano.
Sottoponendo un gruppo di persone a questionari psicologici ad hoc, hanno suddiviso il gruppo in 2 a seconda delle risposte. Il risultato è stato di 25 altruisti e 14 individualisti. Hanno poi proposto a tutti del denaro e, in un secondo momento, hanno prospettato ai candidati varie modalità di distribuzione della somma tra loro e un’ipotetica seconda persona. Gli altruisti, come ci si aspettava, sono sempre stati più inclini a preferire distribuzioni eque del denaro rispetto agli individualisti. La sorpresa è arrivata quando si è osservato il cervello del campione con la risonanza magnetica funzionale. Soprattutto se posto di fronte a distribuzioni del denaro ritenute inique, il cervello di altruisti e individualisti reagisce diversamente. Nei primi si attiva l’amigdala, una regione cerebrale legata all’emotività che elabora paura e sensazioni spiacevoli; negli altri no.
“Il passo successivo a questa scoperta – spiega Masahiko Haruno ricercatore della Tamagawa University – sarà comprendere se la diversa attivazione dell’amigdala sia dovuta alla genetica o al contesto in cui è cresciuta una persona, in particolare alle relazioni sociali intessute durante l’infanzia”
Se questo studio ha ragione, e il cervello dei più altruisti è realmente “infastidito” dagli atti di egoismo, si spiegherebbe perché le persone profondamente generose, siano molto spesso anche incredibilmente coraggiose. E nella storia mondiale sicuramente non mancano gli esempi, da Madre Teresa di Calcutta a Oskar Schindler.
Serena M. Ferro