Agli italiani piace mangiare ma, ahimè, non hanno voglia di dedicare molto tempo alla preparazione dei cibi. Preferiscono piatti pronti, precotti o da portare via.
Lo rivela uno studio conoscitivo della Camera di Commercio di Milano, elaborato sulla base dei dati del registro imprese relativi al terzo trimestre del 2010 e del 2011.
Al 2011, infatti, sono 30.297 le imprese che producono piatti pronti e take away; il 7,1% in più rispetto all’anno precedente quando le attività del settore erano 28.300. Ma a crescere sembra essere tutto il settore alimentare con oltre 2 punti percentuali all’anno, con picchi che interessano la Lombardia (5,5%), il Molise (4%) e l’Umbria (3,6%).
La Lombardia primeggia anche in merito alla concentrazione delle imprese (11,4% del totale). Seguono la Campania (11,1%) e la Sicilia (10,7%). Tra le province invece troviamo Napoli, con 4.524 attività (5,1%), Roma con 4.243 (4,8%), Torino con 2.856 (3,2%) e Milano con 2.756 imprese (3,1%).
In riferimento alle specializzazioni delle regioni italiane, infine, vediamo sul podio la Campania, per la produzione di sidro e altri vini a base di frutta (unica produttrice nazionale), per la lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (243 imprese, 28,5%) e per la produzione di zucchero (6 imprese, 21,4%). Segue la Lombardia, per la produzione di margarina e di grassi commestibili simili (9 imprese, 56,3%),la Sicilia, per la lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (140 imprese, 22,5%) e la Puglia, per la produzione di vini (304 imprese, 16,3%) e delle fette biscottate, biscotti e prodotti di pasticceria conservati (276 imprese, 16,6%).
Insomma, nonostante la crisi economica che incombe, sembra proprio che il mercato dei generi alimentari non subisca arresti. Anzi. Ma d’altra parte stiamo parlando dell’Italia, il simbolo della buona cucina che tutto il mondo ci invidia.
Fabrizio Giona