Una vita troppo sedentaria può far male. Ma conosciamo davvero l’impatto che può avere l’inattività sul nostro corpo? Bene, ce lo rivela la rivista The Lancet, che, in occasione del conto alla rovescia verso i giochi olimpici di Londra 2012, pubblica una nuova analisi sugli attuali livelli di attività fisica e le tendenze sportive a livello mondiale, per una efficace promozione dell’attività fisica.
Tenetevi forte, allora, ben aggrappati a quella poltrona su cui siete seduti, perché i dati sono davvero agghiaccianti. Senza mezzi termini, la verità nuda e cruda è che questa cattiva abitudine può portare alla morte. Nel mondo, rivelano i dati raccolti da un gruppo internazionale di 33 ricercatori, provenienti da diversi Paesi del mondo, sono ben 5,3 milioni le persone che ogni anno muoiono a causa dell’inattività fisica, con 1/3 della popolazione mondiale che non riesce a raggiungere nemmeno il minimo indispensabile di attività fisica quotidiana, pari a circa 30 minuti di passeggiata, almeno cinque giorni a settimana, o a 20 minuti di sport almeno 3 volte a settimana.
Niente, nothing, nada, rien, zilch. L’uomo del XXI secolo non si muove più, soprattutto se vive in un Paese ricco, mettendo così a rischio la propria vita. Forse l’esistenza di tutta la sua specie: allarmante, infatti, la situazione tra gli adolescenti, con 4 ragazzi su 5, in una fascia di età tra i 13 e i 15 anni, che non si muove abbastanza, mentre cresce anche il numero di decessi causati da altre cattivi stili di vita, come le sigarette, o l’obesità. Eppure, dice la ricerca, se il livello di inattività calasse almeno del 10% , si potrebbero salvare ogni anno mezzo milione di vite umane.
Che aspettiamo? Tiriamoci su da queste poltrone e corriamo a fare le scale o andiamo a goderci una bella passeggiata. Se teniamo alla nostra pelle, la parola d’ordine è movimento.
Roberta Ragni