Ebbene sì, siamo il popolo più longevo d’Europa, con una media di ben 81 anni. Lo ha sancito perfino il più imponente e accreditato studio della rivista The Lancet. E nonostante siamo fumatori incalliti e bevitori impenitenti, con tanto di malasanità, viviamo un anno e mezzo in più degli inglesi (che ancora non si spiegano come mai), e siamo al secondo posto nel mondo, dopo il Giappone.
Lo studio in questione, dedicato al peso mondiale delle malattie, si chiama “Global burden of disease” ed è uno studio davvero internazionale, che ha esaminato ben 187 paesi in 5 anni, con il lavoro di 486 ricercatori. A dicembre sono stati pubblicati i dati generali, che raccontano, tra l’altro, di come ormai siano le malattie croniche le responsabili della maggior parte delle morti, cioè 34,5 milioni sui 52,8 presi in considerazione.
Ma qual è la formula segreta della longevità italiana? Sicuramente è merito di due elisir di lunga vita: l’olio e il vino, protagonisti della dieta mediterranea. Certo, ogni Paese ha le sue sane tradizioni alimentari, ma mentre gli europei tendono, per esempio, al “binge drinking”, cioè l’assunzione in tempi rapidi di molte bevande alcoliche, noi italiani amiamo ancora sorseggiare il nostro calice di vino. Inoltre, la buona frutta e la buona verdura a tavola non ci mancano mai, come d’altronde anche il pesce, visto la quantità di costa che possiamo vantare. Ma il ruolo del re è sicuramente quello dell’olio d’oliva, sano e benefico, mentre nella dieta europea prevalgono i grassi di origine animale.
L’Italia, al di là del dato importante sull’aspettativa di vita, ha ottenuto un buon risultato anche sulle condizioni di salute, perché ha una durata media della disabilità abbastanza ridotta, mentre le malattie gravi più diffuse (infarto, ictus e tumori) e responsabili della mortalità prematura possono essere in parte prevenute lavorando su alcuni fattori che mettono a rischio la popolazione. Se vogliamo raggiungere il Giappone, non ci resta che mettere da parte la “dolce vita” e fare un po’ più di palestra.
Marina Piconese
Leggi anche:
