Ingerire vermi parassiti e consentir loro di vivere nel nostro corpo. Sarebbe questa la chiave del successo per sconfiggere un’ampia gamma di malattie, dal diabete all’asma, fino agli attacchi di cuore.
Un approccio estremo, insomma, all’ “ipotesi dell’igiene“, la teoria secondo la quale l’esposizione in età precoce a sporcizia e a germi programmi il sistema immunitario a identificare le minacce, ma necessario per “ri-programmare” il nostro provato sistema immunitario.
Lo sostiene il biologo Rob Dunn della North Carolina State University nel suo libro The wild life of our bodies: predators, parasites and partners that shape who we are today, convinto della necessità di ricreare un ambiente meno sano e igienizzato di quello in cui viviamo oggi, che disorienta il nostro sistema immunitario tanto da farlo reagire eccessivamente anche a sostanze innocue come la polvere di casa.
La spiegazione dell’aumento di asma, reazioni allergiche, malattie autoimmuni, tra cui il morbo di Crohn e l’artrite reumatoide, risiede tutta nell’eccessiva pulizia che caratterizza la nostra era.
Ma anche nell’eccessivo utilizzo di antibiotici: all’inizio di quest’anno in uno studio su 1.400 bambini, i ricercatori della Yale University, negli Stati Uniti, hanno dimostrato che i bambini che ricevono antibiotici hanno un rischio del 70% più alto di soffrire di asma. “Siamo passati dal vivere immersi nella natura ad una vita in cui la natura è scomparsa – spiega il Dottor Dunn – ma i nostri corpi continuano ad aspettarsi di incontrare i nostri vecchi compagni, la specie parassite in cui ci siamo imbattuti generazione dopo generazione“.
Ed ecco che arriva la stravagante e alquanto disgustosa soluzione: ingerire vermi parassiti e lasciarli proliferare nel nostro apparato digerente.
Ma non è così facile come sembra e alcuni esperti sono molto scettici sull’applicazione di questa metodologia. I risultati dei test clinici sull’infezione da verme hanno dimostrato che insieme agli effetti benefici possono sopraggiungere una serie di effetti collaterali, come ad esempio problemi di sviluppo nei bambini e disturbi cardiaci negli adulti.
Insomma, ingerire uova di verme a pranzo, oltre che a far accapponare la pelle, potrebbe non essere la soluzione ideale per la nostra salute.
Per questo il Professor Rick Maizels, professore di zoologia all’Università di Edimburgo, sta cercando di isolare il principio attivo, responsabile dei cambiamenti del sistema immunitario, contenuto nei vermi per produrre come un composto clinicamente affidabile. Solo così sarà possibile fare dei vermi una terapia farmacologica.
Vermi o non vermi, resta il fatto che dovremmo addestrare il nostro sistema immunitario a partire dall’infanzia, concedendo più spesso “incontri” con i microbi e limitando al minimo l’uso di prodotti antibatterici e antibiotici
Per farlo non è necessario ricorrere a rimedi orripilanti, basta avere, ad esempio, un cane o un gatto in casa o pulire e lavare di meno, con grande risparmio di tempo, fatica e energia. E il nostro sistema immunitario sarà migliore.
Roberta Ragni