Andare in pensione nuoce alla salute? Secondo un recente studio britannico, il momento dell’abbandono della propria attività lavorativa a causa della raggiunta anzianità comporterebbe effetti negativi sulla salute fisica e mentale. Alla pensione seguirebbe un vero e proprio declino dal punto di vista della salute.
A seguito del proprio congedo dall’attività lavorativa svolta per gran parte della propria vita, la maggior parte degli ex lavoratori sarebbe incline ad ammalarsi più facilmente, secondo uno studio in proposito condotto a Londra da parte dell’l’Institute of Economic Affairs. La ricerca in questione starebbe già sollevando Oltremanica, e non solo, numerose polemiche.
Il momento della pensione per i più giovani rimane un miraggio – così come per molti lo è, purtroppo, iniziare lo svolgimento di un’attività lavorativa – ma, per coloro che dopo una vita di sacrifici sul lavoro si preparano ad un meritato congedo, esistono realmente dei rischi per la salute?
Il tema centrale dello studio parla chiaro: “Lavora più a lungo, vivi più sano: la relazione tra attività economica, salute e politiche governative”. Proseguire a lavorare negli anni sarebbe dunque una garanzia per il mantenimento della salute per un maggiore lasso di tempo. Subito dopo il pensionamento, la salute si risolleverebbe, per poi crollare drasticamente, a parere degli esperti.
Gli studiosi hanno raccolto e confrontato i dati provenienti da numerose ricerche europee, giungendo ad affermare come il 60% dei neo-pensionati rischi di soffrire almeno di un disturbo fisico ed il 40% di incorrere nella depressione. La ricerca è probabilmente legata all’innalzamento dell’età pensionabile oltre i 65 anni, che sta avendo luogo al momento in Inghilterra. Sembra proprio che lo studio condotto riguardo a salute e pensionamento voglia supportare le nuove decisioni governative in merito all’innalzamento dell’età pensionabile, sostenendo che chi lavorerà più a lungo godrà di una salute migliore. Ci auguriamo che sia davvero così.
Marta Albè
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