Tempi duri per i pigroni: non fare movimento nel tempo libero favorirebbe l’insorgere di ansia e depressione, a segnalarlo uno studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry.
La ricerca norvegese ha preso in considerazione 40 mila persone alle quali sono state fatte una serie di domande sull’attività fisica svolta nel tempo libero e durante l’orario lavorativo.
Secondo la ricerca i sedentari hanno circa il doppio delle possibilità di presentare sintomi di depressione rispetto a chi dedica tempo all’attività fisica, a prescindere dall’intensità dell’esercizio. Inoltre chi fa sport divertendosi, quindi in un ambiente vitale ed amichevole ha effetti maggiormente positivi sull’umore, probabilmente grazie alla socializzazione: vero toccasana per il sorriso. Carlo Altamura, professore ordinario di psichiatria all’Università di Milano, commenta: “Gli effetti benefici dell’attività fisica nei confronti dei disturbi ansioso-depressivi sono legati principalmente a due meccanismi Da una parte l’esercizio aiuta a scaricare la tensione muscolare che dà una sensazione di malessere al soggetto (tra le attività più utili a questo scopo rientrano, per esempio, lo yoga e il nuoto), dall’altro stimola la produzione di endorfine, sostanze che promuovono una sensazione di benessere con il risultato di finale di migliorare l’umore e ridurre lo stress”.
Inoltre, secondo i ricercatori lo sport praticato nel tempo libero sarebbe più efficace, almeno sul fronte dell’umore, di quello fatto durante il lavoro.“Quando ci si esercita nell’orario lavorativo non si riesce mai a staccare la spina in modo completo e quindi viene meno l’effetto rilassante dell’attività fisica. Meglio ritagliarsi un po’ di tempo da dedicare allo sport quando si lascia l’ufficio alle spalle. Se si è un po’ pigri si può optare per attività di gruppo che spesso servono da incentivo, ma vanno bene anche tutti gli sport individuali a partire dalla corsa”.
Sembra infatti che le nuove cure contro la depressione prediligano un approccio su misura e contengano altre possibili alternative, tra cui l’esercizio fisico quando il paziente non trae giovamento dai farmaci. È quanto è riportato nelle linee guida dell’Associazione americana di psichiatria.
La depressione, come abbiamo avuto modo di approfondire nel nostro speciale, interessa oggi il 10% della popolazione italiana, quindi circa sei milioni di persone. Considerando anche i malati non diagnosticati, che soffrono in silenzio, il numero cresce, soffrono di depressione, in forma più o meno evidente, circa 15 milioni di persone nel nostro Paese. Nel 2020 i malati potrebbero raddoppiare: dati allarmanti che dovrebbero convincerci a “darci una mossa”.
Manuela Marino