Se l’intestino è uno degli organi più fragili e vulnerabili dal punto di vista della salute, è facile però proteggerlo con questa tripletta di regole vincenti: bere tanto latte, fare delle belle dormite e non essere pigri, ma fare un po’ di sport!
Lo dice la scienza, non solo il buon senso. Infatti 3 ricerche parallele condotte proprio per cercare di risolvere i problemi dei disturbi intestinali e al fine di una loro prevenzione, sono giunte a queste conclusioni: un bicchiere di latte al giorno fin da bambini riduce il rischio di cancro al colon del 40%, dormire poco e male ha l’effetto opposto, praticare sport regolarmente non solo riduce il rischio di contrarre la malattia, ma anche le probabilità di morte a causa di essa.
Partiamo quindi dal latte: in Nuova Zelanda, all’Università di Otago, è stato condotto uno studio su più di 1000 volontari, 562 malati di carcinoma intestinale tra i 30 e i 69 anni, e 571 sani. Dopo aver letto i questionari compilati da entrambe le parti sulle abitudini di vita e di alimentazione, i ricercatori hanno potuto constatare che il consumo costante di latte ha davvero effetti preventivi, soprattutto se si comincia a berlo da piccoli e se ne continua l’uso anche in età post scolastica – almeno un bicchiere al giorno per 4-6 anni comporta una diminuzione delle probabilità di contrarre cancro colonrettale del 20%, salendo fino al 40% se lo si beve per oltre 6 anni. Perché? Molto probabilmente per il calcio che va ad immagazzinarsi e a proteggere l’organismo e le cellule dalla formazione di neoplasie. Sulla rivista American Journal of Epidemiology si può leggere che già “diverse ricerche hanno già riportato l’utilità del consumo quotidiano di calcio e latte negli adulti per prevenire la formazione di adenomi o formazioni cancerose nell’intestino, ma raramente finora si è indagato sull’infanzia“, nelle parole di Brian Cox e Mary Sneyd, a capo del team di ricerca.
Pertanto è fuori di dubbio che livelli alti di calcio nel corpo proteggono dal cancro intestinale e che un ottimo modo per procurarsi la giusta scorta di questa sostanza è bere fin da piccoli il latte.
Per quanto riguarda la seconda regola da seguire per prevenire questa malattia, il dormire tanto e bene, passiamo dalla Nuova Zelanda in America, alla Case Western University. La ricerca diretta dalla dottoressa Li e pubblicata sulla rivista Cancer, ha esaminato la qualità del sonno di 1240 individui per poi torturarli con la famigerata colonscopia che ha riscontrato 338 adenomi colonrettali e lesioni precancerose. In quali casi si sono verificati di più? Nei soggetti che, di norma, dormivano meno di 6 ore a notte, soggetti che hanno visto il rischio di cancro intestinale salire ben del 50%.
È vero che l’insonnia e il fatto di non dare al proprio corpo un giusto numero di ore di sonno sono già stati collegati anche ad altre malattie, come l’obesità e le patologie cardiache, ma – sostiene la Li – “la sola mancanza di riposo sufficiente è risultata avere un pericoloso ruolo chiave per la malattia” in questione.
Quindi meglio dormire un’ora in più che una in meno, perché, come appurato fin qui, dormire meno di 7 ore a notte può avere un impatto notevole sull’incidenza di lesioni intestinali.
E passiamo ora allo sport: perché mai dovrebbe prevenire il cancro a questo organo così delicato? Dai risultati dello studio condotto da Kathleen Y. Wolin alla Washington University School of Medicine, gli adulti praticanti sport regolarmente hanno davvero meno probabilità di morire a causa di tumori al colon.
La Wolin, in collaborazione con l’American Cancer Society dove hanno presentato la ricerca stessa, ha preso in esame una mole enorme di dati: indicazioni di oltre 150mila soggetti e notizie relative ai livelli di sport praticato tra l’82 e il ’97, incrociandoli con le diagnosi mediche del periodo 1998-2005 e con le morti per cancro tra il 1998 e il 2006. È sulla base di queste rilevazioni intrecciate che la dottoressa può sostenere che “i benefici maggiori sono evidenti in chi ha fatto sport per la maggior parte della sua vita, ma questo non significa dover fare maratone o sudare per ore ogni giorno: bastano 30 minuti di camminata al giorno per tenere lontano il cancro, ma anche diabete e malattie cardiache”. E non è tutto. Anche se si comincia a fare sport dopo la diagnosi di tumore, la ginnastica può ridurre la recidività e, in ogni caso, migliora lo stato di salute generale anche nel periodo di terapia, allungando la vita dei pazienti.
Per cui la pratica costante di attività fisica aiuta non solo a prevenire il tumore, ma anche, in caso di malattia, a mantenersi forti. Inoltre, più si fa sport, più vantaggi si hanno! È proprio vero allora che, come sostiene sempre la Wollin, “non è mai troppo tardi per iniziare a fare ginnastica. E non è mai neppure troppo presto“.
Concludendo seguire queste 3 regoline d’oro può davvero aiutare a rimanere in salute: il trinomio latte, sonno, sport aiuta a sviluppare in maniera organica e naturale l’organismo che trova in se stesso le forze per non ammalarsi, assicurando anche all’intestino il suo benessere!
Valentina Nizardo