Voglia di qualcosa di buono, dolce come una coccola? Non è necessario tuffarsi su una tavoletta di cioccolato. Mangia un cachi, ci sono molte varietà e ci troviamo nella stagione giusta per degustare questo prelibato frutto degli dei.
E già, perché il nome originario di questo frutto dal colore rosso aranciato è Diospyros kaki, che significa proprio “cibo degli dei“, per il suo gusto dolcissimo, dovuto all’elevata percentuale di zuccheri contenuta nella polpa.
La pianta del cachi è originaria della Cina e da qui è stata introdotta in Giappone oltre un millennio fa.
Nel nostro continente è giunta nel ‘700, ma solo da metà dell’800 viene apprezzata in tavola la dolcezza del suo frutto (prima veniva utilizzata come pianta ornamentale).
Indice
Le varietà più note di cachi
Due sono le varietà più note di cachi, legate a precise aree di provenienza:
Loto di Romagna
Di colore giallo-arancio, polpa dura e forma tondeggiante, prodotta nelle zone comprese tra Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena, Faenza, Imola;
Vaniglia della Campania
Di colore rosso arancio intenso, polpa morbida e tendente al liquido, sapore più zuccherino e forma rotonda con le estremità schiacciate.
Esistono poi varietà minori di cachi, che sono Kawabata, Suruga, con polpa dura e Fuyu, a maturazione tardiva.
E proprio sulla maturazione vale la pena di soffermarsi. I cachi vanno consumati quando la polpa ha perso completamente il colore verdastro, assumendo invece la caratteristica colorazione arancio-rossa.
La maturazione si completa dopo la raccolta, in una fase detta di ammezzamento, che consente al frutto di divenire più gradevole al palato.
Le proprietà dei cachi
Guardiamo il cachi con l’occhio del nutrizionista: da cosa è composto?
Per il 78,2% da acqua, per il 18,1% idrati di carbonio; gli zuccheri sono il 18% ed in notevole quantità si trovano vitamina C, e fibre.
Il suo consumo è consigliabile nel caso di problemi intestinali, in quanto ha un elevato potere astringente. Inoltre, viene raccomandato anche nel trattamento del singhiozzo e della tosse.
È un frutto altamente energetico – 100 g forniscono 65 calorie – per questo deve essere consumato con attenzione da chi sta seguendo una dieta dimagrante.
Anche ai diabetici è consigliata cautela, vista l’alta concentrazione di zuccheri presente nel cachi. La sua dolcezza lo rende allo stesso tempo un ottimo ricostituente per chi è stato indebolito da una malattia o semplicemente ha bisogno di una sferzata di energia.
Visto che l’autunno ce lo offre in dono, perché non approfittarne, utilizzandolo magari anche per preparare gustose marmellate?