Un goccio d’olio d’oliva per migliorare le capacità mnemoniche a breve termine, una tazzina di caffè per fermare i ricordi a lungo periodo, un pugno di noci per aumentare la memoria di lavoro, un bicchiere di vino rosso per ottime prestazioni delle funzioni cognitive.
Ecco la ricetta che consente di ridurre i rischi di deficit cognitivo e prevenire malattie neurodegenerative: è la fantastica dieta mediterranea.
Secondo lo studio spagnolo PREDIMED – PREvencion con DIeta MEDiterranea, esiste una stretta relazione tra la dieta mediterranea, ricca di cibi contenenti antiossidanti, e riduzione dell’incidenza di malattie legate alla vecchiaia, compreso l’Alzheimer.
I ricercatori l’hanno scoperto analizzando un sottogruppo di 447 partecipanti anziani, di età tra i 55 e gli 80 anni, tutti pazienti ad alto rischio cardiovascolare, in cui, analizzando l’assunzione di diversi alimenti, le analisi mediche e i punteggi ottenuti in vari test neuropsicologici e sulle funzioni cognitive, è emerso come una dieta ricca di antiossidanti fosse uno degli elementi chiave nel contribuire a preservare la memoria e combattere il declino cognitivo correlato all’età.
“I prossimi studi condotti sui circa 7.500 partecipanti allo studio PREDIMED forniranno prove sul potenziale della dieta mediterranea e delle sue componenti (tra cui le noci) per ridurre il incidenza delle malattie neurodegenerative, compreso il morbo di Alzheimer” spiega il ricercatore e autore dello studio, il dottor Emilio Ros.
Sarà anche per questo che “i prodotti della dieta mediterranea Made in Italy valgono 200 miliardi che gli italiani e gli stranieri hanno speso per acquistare pasta, olio, vino conserve di pomodoro e frutta e verdura italiana in un anno nel mondo, spinti anche dalle importanti conferme scientifiche che vengono sulle sue proprietà benefiche”, afferma la Coldiretti commentando i risultati dello studio Predimed.
Si tratta di “una risorsa per l’Italia che – precisa la Coldiretti – è il primo produttore mondiale di pasta, mentre nell’olio e nel vino occupa la piazza d’onore, pur essendo il primo esportatore. Ma l’Italia è anche il primo produttore europeo di frutta e ortaggi, oltre che il primo a livello mondiale di kiwi, uva, carciofi, il secondo per pesche e nettarine, carrube, nocciole, il terzo con cavolfiori e broccoli, pere, il quarto su lattuga e cicoria, mandorle, ciliegie, castagne“.
Insomma, un bene da difendere per l’economia, l’ambiente e la salute, nonché per gli italiani anziani che, grazie alla dieta mediterranea, hanno una speranza di vita alla nascita tra le più alte al mondo con una media 78,8 anni per gli uomini e 84,1 per le donne.
E pensare che ben 6 italiani su 10 non sanno nemmeno descrivere correttamente questo fantastico modello nutrizionale diffuso principalmente in Italia, ma anche nella Francia meridionale (in particolare Provenza e Linguadoca), in Grecia, Spagna e Marocco!
Roberta Ragni