Convertirsi al piatto unico si può, soprattutto se si è cresciuti in un famiglia dove non ci si alzava dal tavolo senza aver mangiato due portate con il contorno (più frutta e dolce?!)? La risposta è sì, soprattutto se fate parte della folta schiera di donne che in questo periodo è sotto una stretta e severa dieta.
Ma non solo per questo: il piatto unico rende più operativi, più felici e ci permette di gustare di più il cibo.
Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrano che mettere all’opera un meccanismo come la digestione assieme a un lavoro fisico e intellettuale, è poso salutare e anche poco produttivo.
Avete presente la voglia di una pennichella verso le due del pomeriggio? Bene, se vi convertirete a un piatto unico, questa non vi attanaglierà più. E sapete perché? Perché il piatto unico vi lascia più leggere, consente al vostro stomaco di non dover sostenere un iper-lavoro e vi dona un piacevole senso di sazietà, soprattutto se avete ben unito gli ingredienti.
Ideale per chi lavora in ufficio, il piatto unico è stupendo anche per alleggerire la cena, spesso responsabile dei nostri principali ‘peccati di gola’.
Un’insalata con a tema il pesce (tonno) o la carne (scaglie di tacchino o carne bianca) assieme a tante fibre e cereali, può essere davvero un modo intelligente e salutare di fare la dieta. L’ideale è comporre questo piatto con circa 400 calorie, di cui 200 g di verdure, 50 g di pasta e circa 30 g di formaggio.
Tuttavia, il piatto unico non è per sempre. Può essere circoscritto al periodo di dieta ma poi deve essere variato e sostituito con altre tipologie di alimenti.
Se avete poca fantasia e non riuscite a dare diverse ‘facce’ al piatto unico, allora usatelo solo in tempi di dieta. Diversamente, potete farlo diventare una soluzione fissa a pranzo e a cena. Ma solo se siete abili nel dosare ed equilibrare apporto di carboidrati e proteine e a diversificare il suo contenuto.