“Il bulimico non si sente amato, l’anoressico non ama se stesso“.
Uno dei dati che desta maggior preoccupazione fra gli esperti è che Anoressia e Bulimia oggi arrivano a colpire ragazzine di 11 anni, il cui fisico, che non ha ancora raggiunto lo sviluppo completo, difficilmente è in grado di reagire alle conseguenze della malattia.
L’Anoressia e la Bulimia sono considerate uno dei più importanti disturbi psichici. Colpiscono in prevalenza le donne, nella fascia di età che va dai 14 ai 25 anni, insinuandosi nella vita delle giovani e rendendo il quotidiano una lotta continua. L’assenza di nutrizione può portare alla morte e arrecare danni gravissimi all’organismo.
Così come il provocarsi attacchi di vomito o il ricorrere a lassativi, per espellere tutto ciò che è stato ingerito, finisce per usurare l’intero apparato digerente.
Ancora una volta si sono levate imperiose voci contro i mezzi di informazione, rei di proporre canoni di bellezza irraggiungibili e perfetti, di esibire corpi quasi scheletrici presentandoli come l’immagine ideale dei nostri tempi. Sarebbe in particolar modo il mondo del Fashion, con le sue modelle sempre più giovani e magre, a fomentare l’idea della donna esile fino all’inverosimile.
L’invito, quindi, è nuovamente quello a scegliere – soprattutto per le campagne pubblicitarie – donne più formose.
Leggendo le varie testimonianze che tante ragazze hanno deciso di condividere in Rete, ci si accorge ben presto, però, che la sospensione del cibo non è dovuta all’ossessione della magrezza per puro piacere estetico. Molte ex anoressiche insistono sul fatto che il dimagrire è forse la spinta iniziale che induce a scivolare nella spirale della malattia. Ma il problema è altro ed è oltre. Non considerarlo significa non comprendere il bisogno interiore che spinge una giovane creatura a minacciare la sua stessa sopravvivenza.
È l’ansia divorante della perfezione, secondo molte ragazze, a portare all’anoressia o alla bulimia. Dove la perfezione non è quella della forma fisica, ma una perfezione dell’anima, un essere sempre e perennemente all’altezza della situazione, un bisogno così forte di controllo che induce la donna a dimostrare a se stessa e al mondo la propria ferrea forza di volontà nel regolare qualunque aspetto dell’esistenza, perfino la necessità di alimentarsi e la forma del proprio corpo. La parola controllo domina gli scritti di queste fragili vite, racconti disperati e toccanti di giornate impossibili, scandite dal ritmo rituale del pesarsi e del guardarsi allo specchio.
L’autogiudizio, quella capacità che dovrebbe aiutarci nella valutazione del nostro essere, diventa allora il più spietato carnefice. Non si è mai abbastanza magre, abbastanza in forma, abbastanza brave, perché non si è mai indulgenti con se stesse, non ci si riesce a perdonare il minimo sgarro.
Nessuna pietà per un corpo che non si sente e di cui non si percepisce la vitalità e la forza.
Alla base di tutto, dicono gli esperti, c’è il bisogno di amore. Mentre l’anoressia nasce da una mancanza di autostima, per cui una ragazza non riesce ad amarsi, a coccolarsi e a provare il piacere di avere un corpo e di sentirlo vivo, la bulimia nasconde un grande bisogno di essere amati, per cui il ricorso al cibo diventa il sostituto di quel nutrimento emotivo che non si percepisce nella vita quotidiana. Chi ha fame d’amore sposta il suo desiderio di appagamento nel cibo. Ma dato che dopo aver mangiato il disagio persiste, il senso di colpa obbliga a liberarsi dal tentativo di auto appagamento.
Le modelle magrissime non aiutano certo a promuovere una cultura del corpo sana. Ma la prevenzione maggiore bisognerebbe farla insistendo sull’importanza dell’amare se stessi e del prendersi affettuosamente cura di sé.
Fiammetta Scharf