L’obesità è ormai un problema che riguarda tutti i paesi industrializzati. In Italia abbiamo circa 4 milioni e 700 mila obesi e non va meglio neanche per i bambini, tra cui se ne contano 138 mila.
Come fare a combattere questa vera è propria emergenza sanitaria? Un primo decisivo passo è modificare il comportamento alimentare, soprattutto dei bambini e degli adolescenti, per evitare un futuro di obesità e di malattie nei prossimi decenni.
Da tempo si sperimentano le strategie più disparate e l’ambiente privilegiato è, ovviamente, la scuola: dal divieto dei distributori che contengono “cibi spazzatura“, a vantaggio di quelli con frutta fresca, fino alle regolamentazioni delle mense scolastiche che prevedano cibi e porzioni sane. E per rendere più efficace la lotta, non si deve dimenticare delle azioni sui negozi situati in prossimità degli edifici scolastici per impedire che i ragazzi portino a scuola cibi poco salutari.
Ma, secondo quanto riportato da sei studi della School Nutrition Association, più che divieti e imposizioni, è l’astuzia che produce i risultati migliori.
Per esempio, alla mensa della Cornell University di Ithaca, oltre 11 mila studenti, è bastato distribuire la frutta in confezioni colorate perché le vendite raddoppiassero. Mentre spostare lo scaffale delle insalate in prossimità delle casse ha consentito di triplicarne le vendite.
Insomma basterebbe applicare la psicologia e le strategie di marketing per favorire una corretta alimentazione, avvolte rovesciando le logiche attualmente in vigore. Ad esempio rendere opaco il coperchio del freezer riduce significativamente l’acquisto di gelati.
Mentre se ai ragazzi che si servono al banco si chiede se desiderano un’insalata se ne incrementa il consumo di un terzo o ancora creando delle casse rapide per gli studenti che non acquistano cibi ipercalorici si raddoppierebbe il numero di cibi sani comprati, mentre spostando il latte al cioccolato dietro quello normale si spingerebbero gli studenti a privilegiare quest’ultimo…
E secondo gli studiosi queste semplici strategie non funzionerebbero solo a nelle mense scolastiche ma anche a casa.
Brian Wansink, direttore del Cornell Food and Brand Lab e autore di uno dei sei studi, suggerisce:
“La maggior parte di noi non mangia in eccesso perché è affamato. Lo fa a causa della famiglia o degli amici, per colpa delle confezioni o dei piatti, dei nomi dei prodotti e dei numeri, delle etichette e delle luci, dei colori e delle candeline, delle forme o degli odori, delle distrazioni e delle distanze, della dispensa che ha in cucina o dei contenitori”.
E prosegue il ricercatore
“I nostri studi mostrano che in media una persona ogni giorno prende 250 decisioni relative al cibo: faccio colazione o non la faccio? Torta o ciambella? La mangio tutta o soltanto una parte? Ma di questa messe di decisioni, la maggior parte noi non le possiamo realmente spiegare. Voglio che le persone capiscano che fare piccoli cambiamenti nelle loro cucine e nella loro routine può fare la differenza. E senza nessun sacrificio”.
Insomma, secondo il ricercatore, mangeremmo male perché condizionati dall’ambiente circostante o per routine.
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Ed ecco qualche piccola astuzia facilmente applicabile per tenere sotto controllo il girovita:
- Usare piatti più piccoli; questo secondo gli esperti ci può far perdere fino a 7-8 chili in un anno
- Preferire bicchieri stretti e alti piuttosto che larghi e bassi
- Preparare il 20% di cibo in meno di quanto si pensa di volerne mangiare. Non ci si renderà conto della differenza, ma si risparmieranno un bel po’ di calorie
- Non mangiare mai direttamente dalla confezione (non vedere il cibo fa perdere il controllo sulla quantità ingerita)
- Non imbandire troppo la tavola (se si ha veramente fame non ci si dispiacerà troppo di andare a prendere qualcos’altro in cucina)
Insomma, non è necessario fare dei sacrifici sovrumani… per combattere il sovrappeso e l’obesità basta usare un po’ di astuzia.