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Obesità: ecco che pregare fa ingrassare. Amen!

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“Ora et… ingrassa” direbbero adesso i nostri padri latini. Già, perché secondo una bizzarra ricerca americana, pare che dedicarsi alla preghiera farebbe mettere su qualche chilo di troppo.

Lo affermano i ricercatori della Northwestern University (sezione Feinberg School of Medicine) di Chicago che, coordinati, dal dottor Donald Lloyd-Jones, hanno osservato per 18 anni un campione di 2500 soggetti, uomini e donne, inseriti nel Coronary Artery Risk Development in Young Adults.

Ebbene, è emerso che i giovani di età compresa tra i 20 e i 32 anni che frequentavano luoghi sacri, pregavano e andavano a messa almeno una volta a settimana avevano il 50% di probabilità in più di diventare obesi una volta raggiunti i 50 anni. Andamento che persisteva anche quando venivano eliminati i fattori di disturbo come il reddito, la cultura, il sesso e l’indice di massa corporea di base.

La ragione sarebbe da ricercare nelle abitudini associative, che vedono durante le riunioni settimanali, prima dei riti religiosi o durante iniziative benefiche, un gran consumo di junk food.

Mica male, se si considera che, almeno, secondo studi precedenti, la religiosità sarebbe legata a una minore propensione al fumo, che controbilancia così i danni causati dal peso in eccesso.

La ricerca è stata presentata alla riunione attuale dell’American Heart Association.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania