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Obesità infantile: costa 40 miliardi di euro/anno

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Alimentazione e bambini italiani: solo l’1% segue una corretta alimentazione, oltre 1 milione sono in sovrappeso, 300 mila sono, invece, obesi.

E tutto ciò incide, non solo sulla salute dei nostri bimbi, ma anche sulle tasche: la spesa pubblica sostenuta ogni anno in terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori è di 40 miliardi di euro, pari a circa 700 euro a testa.

Sono questi alcuni degli allarmanti dati presentati ieri a Roma dal Barilla Center for Food & Nutrition nel corso del convegno “Alimentazione e Ambiente: un pianeta migliore per i nostri figli“.

Secondo i dati del centro, 1 bambino su 3 nel Belpaese ha problemi di peso legati ad un’alimentazione scorretta. “Dobbiamo, ed è urgente farlo, progettare un mondo migliore, ognuno per la propria parte” dichiara il vice presidente Paolo Barilla, evidenziando che un bambino su tre ha problemi di sovrappeso. Bisogna anche considerare che i cibi che dovrebbero essere consumati con maggiore frequenza – ad esempio cereali, frutta e verdura di stagione – sono anche quelli con il minore impatto ambientale.

Nel corso del convegno è stata poi sottolineata l’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata, specialmente nella fase della crescita, con la necessità di adottare abitudini alimentari in grado di ridurre l’impatto del proprio stile di vita sull’ambiente.

Tutto ciò è messo in luce all’interno dello studio “Doppia Piramide 2011: alimentazione sana per tutti e sostenibile per l’ambiente“, una nuova elaborazione della vecchia piramide, già rivoluzionata con il MyPlate, che mette in relazione i valori nutrizionali degli alimenti con il loro rispettivo impatto ambientale. Il modello della Doppia Piramide del Barilla Center for Foood & Nutrition collega la piramide nutrizionale ai 3 principali indici della piramide ambientale: consumo di aree del territorio (Ecological Footprint), produzione gas a effetto serra (Carbon Footprint), consumo di risorse idriche (Water Footprint).

Secondo lo studio, una composizione ottimale della dieta settimanale di un bambino prevede 1 consumo di cereali (soprattutto integrali), frutta e verdura, latte e latticini al giorno; carne 2-3 volte alla settimana, pesce almeno 3 volte, legumi almeno 2 volte, formaggi 2 volte, uova 1-2 volte a settimana. L’apporto calorico quotidiano viene diviso su 5 pasti: la colazione, con il 20%, la merenda a metà mattina (5%), il pranzo (35%), la merenda pomeridiana con il 10% e, infine, la cena con il 30%.

Fondamentali anche le tecniche di cottura, che possano incidere in maniera differente sull’ambiente: per esempio, impiegare mezzo litro d’acqua in meno (4,5 invece di 5) per cuocere su un fornello a gas mezzo chilo di pasta riduce l’impatto della cottura del 7%, pari a 30g di CO2 equivalente.

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Lo studio, in linea con quanto già detto a proposito del legame tra proteine e obesità, sottolinea anche che un menu a base di proteine animali ha un impatto 2 volte e mezzo superiore rispetto a quello vegetariano: 42 global m2 rispetto a 16 global m2 con una differenza di 26 global m2, una quota davvero importante nell’impatto ambientale quotidiano di un individuo.

Noi crediamo in un approccio multidisciplinare – ha detto il Vice Presidente Paolo Barilla – e sentiamo il dovere di diffondere le nostre conoscenze sull’importanza di adottare abitudini alimentari e corrette fino da giovani, evidenziando, tramite il nostro modello della doppia piramide, come gli i cibi per cui si consiglia un consumo più frequente siano quelli che determinano gli impatti ambientali minori“.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.