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Se Bloomberg elimina i bibitoni

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The Nanny, la tata. Così Bloomberg, sindaco di New York, è soprannominato da una buona fetta di americani all’indomani della sua proposta di legge per combattere l’obesità.

Il primo cittadino di New York, salutista convinto, ha annunciato solennemente ai suoi cittadini: “vieterò le bibite extralarge“. Il perché è presto detto: nella Grande Mela l’obesità è una vera e propria epidemia con più della metà degli adulti newyorkesi in sovrappeso (34%) o obeso (22%) (Fonte: Sito ufficiale di NYC). Il che comporta, in soldoni, un notevole costo di servizi sanitari pubblici e privati per la gente malata perché troppo grassa.

Se la proposta dell’amministrazione Bloomberg sarà approvata dal Board of Health (in pratica, il ministero della sanità americano), dal marzo 2013 nessun ristorante, teatro, cinema, venditore di strada, piscina o palestra di NYC potrà vendere bevande gassate, caffè e succhi di frutta zuccherati in contenitori al di sopra del mezzo litro (0,476 litri per la precisione, qui uno schema), mentre non verranno toccate le bevande con meno di 25 calorie in 250 ml, le acque vitaminizzate, le bibite a zero calorie e le versioni “diet”.

Chi non rispetterà la norma pagherà una multa di 200 dollari. E dato che gli attuali membri dell’organo responsabile della sanità cittadina sono stati tutti nominati proprio da Bloomberg, è molto probabile che legge entri in vigore.

Ma monta la protesta. Non si fanno attendere le critiche del Center for Consumer Freedom, lobby nata per difendere gli interessi delle industrie del fast food, della carne, dell’alcol e del tabacco, che tiene alta la bandiera del “diritto degli americani a scegliere come vivere la propria vita, cosa bere e mangiare, come spendere i propri soldi e divertirsi“. Quello di cui hanno bisogno i newyorchesi, dicono, non è una tata (ieri campeggiava a tutta pagina sul New York Times e su altri quotidiani newyorchesi una pubblicità dove il sindaco appariva come una gigantesca «nanny» grassa e dallo sguardo torvo), ma un sindaco. “Nanny Bloomberg ha spinto la sua strana ossessione per ciò che mangiamo e beviamo un gradino troppo in alto”, continua l’inserzione, domandandosi se presto egli non deciderà “anche il diametro di una fetta di pizza, la grandezza di un hamburger o la quantità di formaggio spalmato sul pane”.

Non solo contro. Nelle tante lettere al New York Times i «pro» vincono sui «contro». “È accertato che il consumo indiscriminato di queste bibite aumenta il rischio di obesità e diabete“, afferma in un commento il Dr. Walter Willett, presidente del Department of Nutrition della Harvard School of Public Health.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.