Sapevate che si possono curare i danni al fegato con il curry? Insomma una cura molto gustosa e saporita che si basa sulla curcumina.
Questa sostanza è una componente della curcuma, una spezia molto conosciuta che è contenuta nel curry (cioè una miscela di spezie che è molto usata nei paesi orientali).
La scoperta, fatta dagli studiosi dell’Università di Saint Louis nel Missouri, evidenzia che proprio la curcumina può rallentare i danni causati da una malattia epatica chiamata “del fegato grasso” o steatoepatite non alcolica.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Endocrinology e dai suoi risultati si capisce che la curcumina raggiunge questo scopo sopprimendo gli effetti dell’ormone leptina sulle cellule stellate epatiche e ostacola la formazione di fibrosi.
La steatoepatite non alcolica la si può considerare una degenerazione che in genere si associa all’obesità. È una patologia che può provocare danni al fegato come fibrosi e, nei casi più seri anche cirrosi epatica, cancro al fegato che, ovviamente, hanno tra le varie possibilità anche la morte.
Gli scienziati spiegano che nella malattia da fegato grasso la leptina, cioè l’ormone costituito da proteine, svolge un ruolo chiave: alti livelli di questo ormone portano all’attivazione delle cellule stellate nel fegato che hanno come effetto l’aumento della produzione di collagene con conseguente comparsa della fibrosi.
Il dottor Anping Chen scrive: “Il mio laboratorio studia i meccanismi molecolari della fibrosi epatica. Mentre la ricerca su un modello animale e studi clinici sugli umani sono necessari, il nostro studio suggerisce che la curcumina potrebbe essere una terapia efficace per trattare e prevenire la fibrosi epatica, che è associata con steatoepatite non-alcolica“.
Ma, quindi, se ci facessimo un bel risotto al curry potrebbe essere utile per il nostro fegato? Beh, una risposta certa non la possiamo avere ma mangiarne non può di certo farci male.
Lazzaro Langellotti