Che siano analcoliche o al gusto frutta, con le bollicine o senza, il risultato non cambia: le bibite possono causare problemi al cuore delle donne. A rivelarlo uno studio coordinato dall’Università di Oklahoma e presentato al congresso dell’American Heart Association in Florida.
I ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari di oltre 4000 statunitensi tra i 45 e gli 84 anni alla ricerca di una eventuale correlazione tra il consumo di bevande dolci e le patologie cardiovascolari.
Il risultato? Le donne che erano solite consumare due o più bibite al giorno hanno un rischio cardiovascolare superiore rispetto a quelle che ne bevono al massimo una al giorno. Inoltre, la probabilità di avere i trigliceridi troppo alti quadruplica, il loro girovita cresce e sale anche il rischio di sviluppare il diabete.
Esiti diversi, invece, per il genere maschile che sembra non risentire così negativamente dei soft drink.
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Questo perché, come spiega la coordinatrice dello studio Christina Shay,
“le donne generalmente hanno bisogno di meno energia e quindi meno calorie rispetto agli uomini. Se quindi una donna assume 130 calorie con una bibita queste avranno conseguenze metaboliche più pesanti per lei che per un uomo, proprio perché rappresentano una porzione considerevole rispetto al suo fabbisogno calorico giornaliero”.
Ma la cosa che colpisce maggiormente è che ad essere colpite non sono soltanto le donne in sovrappeso ma tutte, anche quelle più magre. Infatti, il campanello d’allarme non è rappresentato dalla bilancia, ma dal girovita.
“Le donne che nello studio hanno assunto più di due bevande dolcificate al giorno – continua la Shay – hanno fatto registrare un aumento del girovita, anche senza un aumento del peso corporeo. Di solito siamo portati a pensare che le persone che bevono molte bevande dolcificate abbiano un maggior rischio di diventare obese e, di conseguenza, di avere un maggior rischio di ammalarsi di diabete e malattie cardiovascolari. Sebbene questo sia vero – conclude – il nostro studio dimostra che i fattori di rischio per malattie cardiache e ictus si sviluppano anche quando le donne non aumentano di peso”.