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Carne rossa: raddoppia il rischio di patologie

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Se vi piace, mangiate carne rossa con molta cautela. Non tutti i giorni e, soprattutto, non più di 53 grammi al giorno se siete uomini e non più di 30 grammi al giorno se siete donne.

Sono le raccomandazioni scaturite dall’ennesima ricerca, questa volta condotta dai ricercatori inglesi di Cambridge, sui poco probabili benefici di un eccessivo consumo di carne rossa per il nostro organismo.

Secondo lo studio pubblicato sul British Medical Journal, uomini e donne mangiano ben oltre quelle quantità consigliate, arrecandosi un rischio di infarto superiore del 42% rispetto a una dieta più povera di carne rossa.

Spiega l’autrice dello studio Louise Aston: “Con ogni 50 grammi in più di carne rossa al giorno, si aumenta il rischio di incorrere in patologie coronariche del 42%, di diabete di tipo 2 del 19% e di cancro all’intestino del 18%“. Per Aston, “ridurre il consumo di carni rosse significherebbe abbattere l’incidenza di patologie croniche fino al 12%, ma anche eliminare l’emissione di 28 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno solo in Inghilterra“.

Da un’indagine del World Cancer Research Fund (WCRF) svolta in collaborazione con l’American Institute for Cancer Research (AICR) emerge che anche la carne lavorata, come gli insaccati, può fare male: mangiare 100 grammi di carni lavorate fa salire la percentuale di rischio di cancro all’intestino del 36%, sostiene il Continuous Update Project (CUP).

Il World Cancer Research Fund raccomanda un limite di consumo di carne rossa pari a 500 grammi di carne rossa cotta a settimana (pari a circa 700-750 grammi di carne cruda), equivalente a 5 o 6 porzioni medie, e di evitare il più possibile l’assunzione di carni lavorate.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania