Pericoloso per la salute, crea dipendenza come la sigaretta. È il cosiddetto cibo spazzatura, colpevole di stimolare di più i neuroni della gratificazione.
Già, anche il cibo può creare dipendenza, soprattutto quando è carico di zuccheri e di grassi. A scoprirlo è stato un team di ricercatori americani dell’Istituto Scripps di Jupiter in Florida. Gli studiosi hanno abituato alcuni ratti da laboratorio a mangiare salsicce, bacon e dolci. Oltre ad essere diventati obesi, i topolini hanno subito una vera e propria modifica del sistema cerebrale: il loro sistema della gratificazione, infatti si è impigrito, richiedendo ogni giorno una maggiore quantità di stimoli piacevoli. Addirittura, i topolini avevano atteggiamenti da “drogati” e neanche una scossa elettrica alla zampa riusciva a tenerli lontani dalla vaschetta del cibo.
I ricercatori Paul Johnson e Paul Kenny hanno così osservato che, come avviene nel caso della dipendenza da fumo e droga, anche in quella dal cibo spazzatura, si attivano i medesimi meccanismi, e l’attivazione dei circuiti cerebrali della ricompensa si indebolisce.
Tra i principali imputati, dunque, ci sarebbero patatine fritte, hambuger e merendine, che creano dipendenza al punto tale da dare luogo, nei casi più estremi, a vere e proprie crisi di astinenza.
Ecco come ha spiegato la questione Luigi Janiri, responsabile del day hospital di psichiatria e tossicodipendenze del Policlinico Gemelli di Roma: “Il sistema della gratificazione può essere attivato da stimoli diversi, che vanno dallo shopping, al sesso e a internet. Mangiare è una fonte importante di piacere, ecco perché possiamo inserirlo fra i comportamenti che creano dipendenza“. Ma vi è comunque una differenza tra le droghe e il cibo: “Gli stupefacenti agiscono direttamente sulla chimica del cervello, mentre cibo e altri oggetti del piacere naturali stimolano il sistema della gratificazione, ma non arrivano a sostituirsi e sovrapporsi alle sue funzioni. Curarsi da una dipendenza da cibo è quindi più facile che non liberarsi dalle droghe“.
E la Coldiretti, nel commentare lo studio, mette in allarme anche gli italiani, fornendo alcune cifre: il 41% dei bambini beve ogni giorno bevande a base di zucchero e consuma alimenti ricchi di grassi, e il 23% dei genitori sostiene che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura.
Secondo l’associazione, il consumo di alimenti quali pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino, in sintesi la dieta mediterranea, “hanno consentito agli italiani di conquistare il record della longevità, che in Italia è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea“.
E allora, teniamoci salde alle nostre abitudini, difendiamo e diffondiamo la dieta mediterranea.
Francesca Mancuso