Al bando le etichette generiche o imprecise. Parola d’ordine, trasparenza degli ingredienti. Nuove regole, più severe, arrivano dall’Europarlamento, che, per tutelare maggiormente i consumatori, ha aggiornato la normativa sull’etichettatura dei succhi di frutta, risalente a oltre 10 anni fa.
Niente più diciture generiche su cosa contengono i prodotti acquistati: ora anche i frutti presenti in dosi minori dovranno essere menzionati nel titolo. Addio anche agli zuccheri aggiunti: solo i “nettari”, d’ora in poi, potranno essere dolcificati, mentre, l’elenco degli additivi ammessi è stato rivisto.
La riforma della direttiva 112/2001, approvata dal Parlamento di Strasburgo con 585 voti a favore, 33 contrari e un’astensione, modifica una normativa del 2001, affinché le diciture riflettano il reale contenuto del prodotto e prevengano nomi potenzialmente fuorvianti per i succhi misti, come ad esempio la dicitura “senza zucchero aggiunto”.
Così, nel caso in cui la bevanda derivi da un mix di due frutti, anche se in misura diversa, entrambi devono essere menzionati nel nome. Persino se la percentuale di uno dei due è minima, come accade in alcuni casi. Per intenderci, se nel tetrapak c’è un 10% di ananas, ma tutto il resto è mango, la scritta sarà “Succo e polpa di mango e ananas”, non più solo “Succo di Mango”.
Il principio vale anche per il succo di pomodoro, ma fa eccezione il limone. Solo se i frutti diventano più di tre, come nei cocktail tropicali, allora è consentito definirlo “succo misto”.
Per quanto riguarda gli zuccheri e i dolcificanti, i deputati hanno voluto indicazioni chiare sulla differenza tra succo e nettare e sulla presenza di edulcoranti ed è per questo che i succhi di frutta non dovranno più contenere zuccheri o edulcoranti per definizione. Solo i nettari, bevande a base di purea di frutta con aggiunta d’acqua, potranno contenerne ed essere ancora addolciti, sia con zucchero naturale che con edulcoranti artificiali. A patto, però, che l’etichetta lo riferisca espressamente: se un nettare contiene saccarina non si potrà più scrivere “senza aggiunta di zucchero”, per evitare rischi di confusione.
Un’altra questione mette in rilievo il problema delle indicazioni contenute sulle etichette dei succhi d’arancia: secondo gli standard internazionali, un succo d’arancia può contenere fino al 10% succo di mandarino, che contribuisce al colore e al gusto, ma l’ingrediente non è attualmente indicato sulle confezioni. Per mantenere quindi condizioni di parità, le nuove regole affermano che tutti i succhi d’arancia importati, cosi come quelli fabbricati nell’UE, dovranno essere puri per essere venduti come tali, o, se presente, dovranno includere il mandarino nel nome del prodotto.
L’Ue ha pensato anche agli additivi: d’ora in poi ai succhi potranno essere aggiunte soltanto vitamine e minerali autorizzati. La Commissione europea ha elaborato, infatti, due regolamenti che rendono più trasparente l’uso di tali sostanze. Il primo, che sarà applicato a partire da giugno 2013, fissa un nuovo elenco di additivi alimentari, consultabile anche online da parte di consumatori, addetti al settore e autorità di controllo. Il secondo, in vigore da quest’anno, prevede un elenco degli additivi ammessi negli ingredienti degli alimenti.
Ora le nuove regole dovranno essere adottate dal Consiglio perché entrino in vigore. Tuttavia, tutti i prodotti immessi sul mercato o etichettati prima, con le vecchie diciture, potranno ancora essere venduti per 3 anni, cioè fino al 2015. Ma non oltre.
Roberta Ragni