Soffrite di stress e pressione alta? La vostra soluzione è verde, gustosa e invitante: è una manciata di pistacchi. Possono aiutarvi ad abbassare la pressione arteriosa e a rinforzare l’organismo contro lo stress quotidiano. Lo rivela uno studio della Pennsylvania State University, pubblicato su Hypertension, la rivista della American Heart Association.
I ricercatori hanno monitorato un gruppo di adulti che presentavano degli elevati valori di colesterolo, mettendo a confronto diete contenenti pistacchi e una dieta a basso contenuto di grassi (low-fat). I risultati mostrano che una dieta sana ed equilibrata integrata con pistacchi contribuisce a ridurre la pressione sanguigna sistolica, la resistenza vascolare periferica e la frequenza cardiaca nel corso di episodi di stress acuto.
I pasti sono stati tutti forniti ai partecipanti, sostituendo altri alimenti nella dieta per impedire aumenti di peso, mentre i livelli di calorie sono stati personalizzati per mantenere il peso corporeo. I volontari hanno seguito tre diete diverse, ricche di frutta, verdura, carni magre e cereali integrali, in linea con le attuali raccomandazioni dietetiche. Una dieta low-fat (25% di grassi) senza pistacchi, e due diete con diversi livelli di pistacchi (circa 42 g o 10% di calorie dai pistacchi e 85 g o 20% di calorie dai pistacchi). Le diete con pistacchi contenevano quantità più elevate di potassio, grassi “buoni” e proteine.
“Lo studio presenta diversi elementi di interesse – sottolinea Giorgio Donegani, esperto in nutrizione ed educazione alimentare e Presidente di Food Education Italy – conferma l’azione positiva dei pistacchi sulla regolazione della pressione sanguigna e, aspetto decisamente innovativo, dimostra che questo effetto è significativo anche nel caso in cui si consumino pistacchi salati. Inoltre, sono molte le caratteristiche di composizione dei pistacchi che giustificano le loro proprietà: il buon contenuto di grassi “buoni” mono e polinsaturi, l’alta presenza di fibra, la quota significativa di antiossidanti e anche l’apporto di potassio e magnesio, capaci di bilanciare gli effetti del sodio”.