Il latte crudo non sottoposto a trattamenti termici provoca seri rischi per la salute. Basti pensare alla brucellosi o alla tubercolosi, senza dimenticare poi le sindromi emolitico-uremiche nei bambini.
È questo il monito lanciato dal ministero della Salute dopo che, in Piemonte, l’Istituto zoo profilattico di Torino ha rilevato 18 casi di presenza di batteri patogeni nel latte crudo, erogato dai 178 distributori della regione nel 2011.
Non si vogliono creare allarmismi – spiegano dal Ministero – ma è doveroso fare una precisazione: “Il latte è sottoposto, lungo tutta la filiera, a rigidi controlli sanitari che portano ad avere un prodotto sicuro nel rispetto delle modalità di conservazione e di consumo. Dunque, si può perciò scegliere con tranquillità di acquistare indifferentemente il latte già trattato termicamente presso gli impianti industriali (pastorizzato o UHT) o il latte crudo, purché in quest’ultimo caso il consumatore, parte attiva nella sicurezza dei prodotti, rispetti l’indicazione di consumare il latte solo dopo bollitura, eliminando l’eventuale presenza di agenti patogeni che possono essere presenti nel latte pur nel rispetto di tutte le norme igieniche, ed evitando così che gli eventuali pericoli microbiologici si trasformino in rischi reali per la sua salute”.
Il latte crudo dunque continua a fare bene al nostro organismo come si è sempre detto, ma solo dopo accurata bollitura. Quello pastorizzato invece non va bollito e può essere consumato alla temperatura che si preferisce.
Fabrizio Giona
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