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Mense scolastiche: le linee guida del Ministero della Salute

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Arrivano dal Ministero della Salute le linee guida per l’alimentazione dei bimbi nelle mense scolastiche, che in Italia sono circa 1,5 milioni.

La pizza o la lasagna sono contemplate al massimo una volta a settimana, in alternativa al pasto tradizionale. La pasta (o il riso, o l’orzo, o il mais) e il pane andranno offerti tutti i giorni, mentre un secondo sarà a scelta tra carne, pesce, uova o formaggi con la possibilità di alternare anche i legumi. Inoltre, i salumi potranno essere mangiati solo una volta al mese, mentre frutta e verdura sempre.

Il vademecum segue gli ultimi dati diffusi dal ministero, secondo i quali il 12,3% dei bambini italiani è obeso, mentre il 23,6% è in sovrappeso.

Carlo Cannella, nutrizionista dell’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’Inran, l’ente nazionale per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, commenta: “la tabella parla del 35% di apporto calorico giornaliero da assicurare con il pranzo. Considerando che si tende ad attribuire il 20% di ratio energetica alla colazione, percentuale fra l’altro molto difficile da raggiungere con la colazione italiana, il 100% giornaliero è ancora molto lontano”. Come spiega l’esperto, il pranzo dovrebbe apportare il 40-45% per cento del totale, “altrimenti c’è il rischio che i bambini arrivino a casa affamati”. Quanto alla scelta dei cibi, Cannella è d’accordo ma “mi sembra che ci sia un’eccessiva demonizzazione dei salumi. Il prosciutto cotto e la mortadella sono tra i cibi che i bambini italiani gradiscono di più, e ai quali sono più affezionati”.

Ma, punto fondamentale nel vademecum del Ministero – condiviso, tra l’altro, da Coldiretti -, è l’attenzione rivolta alla elaborazione dei piatti, alla varietà, alla stagionalità dei cibi e ai prodotti tipici della regione di residenza. Verranno offerte arance in Sicilia, mele nel Veneto o mandarini in Basilicata.

L’Italia puo’ contare su 4511 prodotti agroalimentari tradizionali, ottenuti secondo regole tradizionali antiche tramandate nel tempo censiti dalle regioni. A prevalere tra le specialità “salvate dall’estinzione” sono – fanno notare da Coldiretti – i 1.362 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.263 verdure fresche e lavorate, 748 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 461 formaggi, 154 bevande tra analcoliche, liquori e distillati e 150 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.).

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania