Ecco il sequenziamento del DNA della patata. Il tubero universale dalle mille interpretazioni, non ha più segreti: il Potato Genome Sequencing Consortium, un importante consorzio di scienziati concentrati sul sequenziamento dei suoi geni, ha pubblicato su Nature le conclusioni dei suoi studi.
Non si tratta della prima identificazione in assoluto, ma si tratta della prima sequenza realizzata da un sottogruppo di pianta fiorita, conosciuta come “asterids“.
Il progetto, lanciato alcuni anni fa dall’Università olandese di Wageningen, ha raggiunto un risultato scientifico molto importante e difficoltoso. Il genoma della patata, infatti, è lungo ben 840 milioni di basi ed è tetraploide (presente in 4 copie per cellula). Proprio per questo il miglioramento genetico tramite incrocio è stato, fino ad ora, praticamente impossibile.
Gli scenari che si prospettano dopo l’identificazione dei geni sono tutti proiettati verso il “miglioramento genetico assistito”. Come ricorda il PGCS, la patata è la quarta pianta più consumata ed è particolarmente importante nella dieta dei Paesi in via di sviluppo. Le nuove informazioni accelereranno la produzione di varietà più resistenti alle malattie, più produttive e più nutrienti.
A contribuire alla scoperta anche gli scienziati italiani dell’Enea, coordinati dal professor Giovanni Giuliano, che hanno analizzato i geni che regolano tuberizzazione e la biosintesi dei carotenoidi (i precursori alimentari della vitamina A). Già qualche anno fa, il team del professor Giuliano aveva prodotto, tramite tecniche di ingegneria genetica, la “Golden potato“, un tubero contenente livelli di provitamina A 3.600 volte più elevati.
Ma senza addentrarci nell’eticità dell’arrivo del performante “supertubero” del futuro, possiamo ricordare che già da adesso le proprietà della patata non smettono di stupire. Ad esempio, secondo una ricerca dell’ American Heart Association, a dispetto di quanto comunemente indicato, la patata sarebbe un alimento ideale per chi segue un regime ipocalorico, non contenendo né grassi né colesterolo. Il segreto è nella cottura. Bandite quelle fritte, una vera e propria droga, insieme a ogni sorta di salsa e salsina. Meglio farle bollire e, tuttalpiù, condirle con un filino d’olio.
Insomma, viva la patata purché lessa!
Roberta Ragni