Se i cibi “sani” costassero di meno, il loro consumo aumenterebbe? Ridurre il costo sarebbe la strategia vincente per convincere i consumatori a mangiare sano? La risposta è sì!
Lo studio inizia in Sudafrica, mediante il programma Healthy Food lanciato da una delle maggiori compagnie assicurative del Paese, che ha offerto a tutti i propri clienti uno sconto sensibile sui prodotti “sani” in cambio della semplice compilazione di un questionario sul proprio stato di salute.
All’esperimento hanno aderito ben 800 supermercati per un totale di oltre 170mila famiglie. Tutti i cibi messi in sconto (dal 10% al 25%) potevano definirsi “sani”: frutta, verdura, cereali integrali, formaggi magri e alimenti senza zucchero.
Il risultato?
Minore era il costo, maggiore era la quantità di alimenti sani che i clienti tendevano a comprare, a discapito di quelli comunemente definiti “spazzatura”, calati del 7%.
L’acquisto intelligente, insomma, spiccava il volo con un semplice sconto sul cartellino. Non solo: studiando i risultati si è evinto anche che, in presenza di uno sconto del 25%, i clienti acquistavano e consumavano in media mezza porzione di frutta e verdura in più al giorno. E sappiamo quanto questo faccia bene!
«I dati dimostrano – precisa uno degli autori della ricerca, Roland Sturm – che abbassare i prezzi degli alimenti sani può essere uno strumento efficace per convincere le persone a mangiare meglio. Tuttavia c’è ancora una grande distanza tra quanto i nutrizionisti consigliano e quanto mediamente si fa. Un abbassamento del 25% dei costi può colmare solo una parte di questa distanza: bisogna andare avanti su questa strada e proporre altre misure di comprovata efficacia».