Farina e acqua, lievito e sale, pomodoro e mozzarella. E forno rigorosamente a legna.
Il riconoscimento della pizza come Sgt – Specialità tradizionale garantita – diviene ufficialmente regolamento della Commissione europea. Sarà operativo venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
La prima approvazione al riconoscimento della “Pizza napoletana” è giunta il 9 dicembre scorso dal Comitato europeo delle denominazioni geografiche, in cui solo il rappresentante della Polonia si è astenuto. Il parere positivo di tutti, infatti, è arrivato solo dopo un anno di confronto a causa dell’opposizione della Germania e, appunto, della Polonia. Il no tedesco è stato superato nel febbraio 2009 grazie a un accordo tra Roma e Berlino, mentre nessuna intesa è stata raggiunta con la Polonia.
Pronti a leccarci i baffi, dunque! Le pizze designate napoletane doc sono di tre diversi tipi: Marinara, Margherita extra e Margherita. Ma attenzione, dev’essere esposto il logo “Pizza napoletana Stg”, che le pizzerie potranno usare solo se i prodotti sono conformi al disciplinare di produzione.
Le materie prime dovranno essere farina di grano tenero tipo «00» con l’eventuale aggiunta di farina tipo «0», lievito di birra, acqua naturale potabile, pomodori pelati o pomodorini freschi, sale marino o sale da cucina, olio d’oliva extravergine. A questi ingredienti, le mani esperte dei pizzaioli aggiungeranno per la Marinara, l’aglio e l’origano, per la Margherita extra, mozzarella di bufala campana DOP, basilico fresco e pomodoro fresco e per la pizza Margherita, la mozzarella STG o fior di latte Appennino meridionale e basilico fresco.
Germana Carillo