Seguire una dieta regolare con i ritmi della vita odierna, ovvero: affrontare un’impresa quasi impossibile.
La scena, che si ripete purtroppo spesso, è questa: decidete che da lunedì inizierete una dieta (sì, perché come se non bastasse la ripresa del lavoro a rendere insopportabile il lunedì, intervengono anche i vari sforzi salutistici, che fanno di ogni inizio di settimana una copia in miniatura dell’inizio dell’anno, con il corredo immancabile di buoni propositi). Ecco però che, nella pausa pranzo, vi trovate tra i colleghi e non c’è nulla nel menù della mensa aziendale o della tavola calda che vi consenta di rispettare il vostro proposito. Cedete così davanti a quell’abbondante porzione di lasagna, che non ha proprio l’aria di essere stata appena sfornata, ma che il cameriere vi riscalda prontamente al microonde. Si affacciano i sensi di colpa, ma li mettete a tacere promettendo che, dal prossimo lunedì, sarà tutta un’altra storia.
Carissimi amici toscani, almeno voi non dovrete più scendere a compromessi con la vostra coscienza. Sì, perché grazie all’iniziativa “pranzo sano fuori casa”, promossa dalla Regione Toscana, vi sarà possibile consumare cibi salutari anche quando vi trovate a mangiare fuori durante la pausa pranzo. Il progetto si inquadra all’interno del più ampio programma regionale “Guadagnare salute in Toscana”, messo a punto con la collaborazione del Centro tecnico per il consumo, le Asl, Unioncamere Toscana e associazioni di categoria Fipe Confcommercio Toscana e Fiepet Confesercenti Toscana.
L’iniziativa è nata dalla constatazione che all’incirca un quarto dei cittadini toscani adulti pranza abitualmente fuori casa, scegliendo tra ristoranti, trattorie, tavole calde (3,1%), bar (4,8%), mense scolastiche o aziendali (5,3%), e posto di lavoro (9,1%). I piatti che vengono proposti da questi esercizi sono molto spesso di qualità scadente.
I locali che aderiranno a questa iniziativa regionale si impegneranno a proporre ai propri clienti cibi gustosi ed allo stesso tempo sani, con un corretto bilanciamento dei diversi componenti nutrizionali. Largo spazio verrà quindi dato ai prodotti locali e stagionali. Questi esercizi saranno riconoscibili grazie a un bollino che certificherà la qualità dei prodotti serviti all’interno. I ristoratori aderenti al progetto parteciperanno ad incontri gratuiti su temi nutrizionali, con un buon ritorno di immagine, grazie alla pubblicità sulla stampa. Punti di merito, dunque, a chi si impegnerà a promuovere la salute dei cittadini a tavola. Si ritiene che, entro il prossimo mese di maggio, saranno 500 i locali che proporranno il “pranzo sano fuori casa”; le iniziative dei vari esercenti verranno controllate da un Osservatorio realizzato a cura del Centro tecnico per il consumo.
Non possiamo che augurarci che l’esempio della Toscana sia seguito al più presto anche dalle altre regioni: c’è in gioco il rispetto dei nostri buoni propositi, ma soprattutto c’è in gioco la nostra salute!
Francesca Di Giorgio