Amanti della bellezza attente ai dolci. Secondo uno studio presentato qualche giorno fa a Saint Moritz, durante il convegno “Winter Academy of Dermatology and Oncology”, chi mangia dolci ma anche cibi salati ricchi di zuccheri composti, è più soggetto all’invecchiamento della pelle.
Più rughe per chi ama i dolciumi, dunque. Ad affermarlo è stato un team di ricercatori del Centro interuniversitario di Dermatologia biologica e psicosomatica di Firenze, diretto da Torello Lotti. Tutta colpa degli Age, gli Advanced glycosilated end products, i famigerati zuccheri composti.
Lo studio ha preso in esame 120 soggetti di circa 45 anni di età, analizzandone le abitudini alimentari. È apparso chiaro, agli occhi dei ricercatori, che chi faceva uso e abuso di alimenti contenenti zuccheri composti, aveva la pelle meno tonica ed elastica. La situazione peggiorava ovviamente nei soggetti fumatori o in quelli che avevano un consumo di alcool più elevato.
Torello Lotti ha spiegato perché ciò avviene: “gli Age sono prodotti della glicazione, quella reazione chimica alla base dell’invecchiamento cutaneo che, assieme all’ossidazione, sembra coinvolta anche in malattie come diabete e aterosclerosi. Il meccanismo della glicazione induce gli zuccheri in circolo nel sangue a legarsi alle proteine formando delle tossine, gli Age appunto, che introduciamo in grandi quantità quando mangiamo cibi ricchi di zuccheri raffinati, come quello bianco e i dolcificanti contenuti nelle bibite e nei dolci industriali o nei cibi cotti ad alte temperature (225 gradi)“.
Ma occhio anche alla modalità con cui prepariamo i piatti e alle temperature. Come ha spiegato Lotti “friggere e cuocere a fuoco alto (225 gradi) porta a maggiori quantità di Age, mentre gli arrosti a fuoco lento e la bollitura ne abbassano i livelli”.
Ma vediamo qualche esempio. Una bella fetta di torta o la carne alla brace contengono circa 1 milione di unità Age, con un aumento del rischio rughe pari al 13%. In un etto di pasticcini, invece, vi sono 425 mila unità Age, mentre in una lattina di cola circa 11 mila (in versione normale) o 12.500 in quella light.
Troppi per la nostra epidermide. Agli Age che accumuliamo con l’alimentazione vanno anche aggiunti quelli prodotti dal nostro organismo, che, ha concluso Lotti “innescano un effetto domino che porta ad accumularli nei tessuti, formando ‘ponti’ molecolari fra le fibre di collagene ed elastina della pelle“. Et voilà, la ruga è fatta.
Ancora una volta, la soluzione risiede in una sana alimentazione, che può aiutarci nel prevenire l’invecchiamento della pelle e molte altre patologie.
Francesca Mancuso