Ipertensione? Ritenzione idrica? Cellulite? Per migliorare bisogna dire no al sale!
Il sale è un composto di cloruro di sodio (cloro e sodio) di cui il nostro organismo ha estrema necessità, ma il cui elevato consumo può danneggiare seriamente il sistema cardiocircolatorio.
Al nostro corpo ne servono al massimo 3 grammi, ma mediamente gli italiani ne assumo 11 al giorno! Questa grande quantità di sale, e quindi di sodio, proviene dalla cattiva abitudine che a tavola ci vede insaporire il cibo con smisurate dosi di sale.
Un’alimentazione equilibrata ci permette di assumere una quantità più che sufficiente di sodio, quindi le aggiunte sono solo una questione di gusto. È vero infatti che il sale rende più gustoso il cibo, ma è solo una questione di abitudine.
Ma come si educano le papille gustative? Come preveniamo la ritenzione idrica o la pressione alta?
- Iniziamo fin da piccoli!
I pediatri consigliano, durante lo svezzamento e fino al primo anno di età, di preparare pappe senza sale aggiunto, permettendo così al bimbo di formarsi un gusto proprio e, più importante, per evitare casi di ipertensione.
- Snack salati, no grazie!
Banditi dalla dieta di bambini e ragazzi snack salati, fast food, merendine e tutto ciò che va sotto il nome di junk food. Le merendine in particolare, anche se sono dolci, contengono una grande quantità di sodio. Se i ragazzi si abituano a mangiare spesso questi alimenti, si abitueranno a un gusto molto salato e aggiungeranno sale a tutte le pietanze.
- E per le persone anziane?
Con l’avanzare dell’età, sentiamo meno il sapore dei cibi e di conseguenza aggiungiamo sale. Ma è proprio questa pessima abitudine a creare o a peggiorare la situazione di pazienti già colpiti da scompensi cardiaci, ipertensione e malattie renali. Per gli anziani ridurre le quantità di sale dovrebbe essere una prescrizione medica obbligatoria
- Il pane
In Toscana il tasso di ictus è più basso della media nazionale e questo perché il pane è tradizionalmente sciapo. Infatti, buona parte del sale che mangiamo è contenuto nel pane, e negli ultimi anni, sono partite diverse campagne tese a far diminuire la quantità di sale contenute nel pane prodotto industrialmente o artigianalmente. Ne è un esempio l’iniziativa promossa in Lombardia proprio in questi giorni.
Costringere per legge i produttori di pane a diminuire il sale nel pane sarà 20 volte più efficace che convincere la popolazione a non aggiungerne a tavola.
- Affettati e formaggi
Togliendo dalla nostra dieta i salumi e i formaggi, diminuiremo le quantità di sodio. Per esempio, il prosciutto crudo contiene 2.440 milligrammi di sale in 100 grammi, il Pecorino 1.800 milligrammi in 100 grammi.
- Quale scegliere
È inutile cercare una qualità di sale alternativa! Da qualche tempo siamo stati sommersi da una varietà smisurata di sali: dal Fleu de sel de Camargue, sale marino noto come “il caviale del mare”, poiché è il più raro e prezioso dei sali marini naturali, all’Alaea (Hawaiano Rosso) e al Hiwa Kai (Hawaiano nero), passando per quelli affumicati come il Salish, lo Yakima o il Durango, fino al sale rosa dell’Himalaya di gran moda: hanno tutti comunque un equivalente contenuto di sodio. I sali esotici non aggiungono nulla dal punto di vista nutrizionale, mentre hanno un impatto ambientale legato al trasporto, provenendo da paesi lontani.
Leggi qui tutto sul sale iodato.
- Attenzione all’etichetta L’etichetta di tutti gli alimenti confezionati deve riportare la quantità di sale aggiunta. Possiamo così capire immediatamente se è a basso contenuto di sodio, a bassissimo contenuto di sodio o senza sodio.
- Riscopriamo i veri sapori
Eliminando il sale, il nostro gusto riscoprirà il vero sapore dei cibi. Potremo dire che l’insalata ha il gusto dell’insalata, così come la carne o il pesce. Un po’ più complicata è la pasta che senza sale è veramente immangiabile, ma gli esperti ci rassicurano: la quantità di sodio assunta in questo modo è irrilevante.
Un ultimo consiglio? Togliete dalla tavola la saliera!
Silvia Bellucci