Dall’Unione Europea l’ennesima conferma dell’eccellenza alimentare italiana.
Lo scorso 15 febbraio, il formaggio Piacentinu Ennese è stato inserito nel registro che contiene l’eccellenza alimentare dell’Europa che, grazie al formaggio siciliano, raggiunge quota 1.000 prodotti di qualità riconosciuta.
Qualche giorno prima, il 4 febbraio, invece, è stato pubblicato il decreto che inserisce il Carciofo Spinoso di Sardegna, la Fontina Valdostana, l’Arancia di Ribera, il Limone Femminello di Siracusa e il Salame Piacentino nello stesso elenco che conta ormai 221 prodotti italiani tutelati.
In particolare, la Commissione ha attribuito la Denominazione di Origine Protetta – DOP – al Piacentinu Ennese, alla saporita Fontina Valdostana, al Carciofo Spinoso Sardo e alla siciliana Arancia di Ribera. Le peculiari caratteristiche di queste produzioni agro-alimentari, infatti, dipendono principalmente dal territorio da cui provengono e nel quale sono prodotti.
Il Piacentinu Ennese è un formaggio a pasta compatta pressata ottenuto con latte ovino intero, crudo ad acidità naturale di fermentazione, prodotto dalle razze ovine autoctone siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci. La crosta, il cui spessore non deve superare i 5 mm, è di colore giallo più o meno intenso per la presenza dello zafferano e reca impressi i segni del canestro. L’odore è delicato con lieve aroma di zafferano; salato appena percepibile; piccante lieve nei primi mesi di stagionatura tendente ad intensificarsi.
La coltivazione dell’Arancia di Ribera -polpa bionda e senza semi – si estende nei territori di 14 comuni della provincia di Agrigento. La sua produzione inizia nella prima decade di novembre con la varietà Navelina e prosegue, da dicembre fino a fine maggio, con la varietà Brasiliano e Washington Navel. Le varietà di Arance di Ribera protette sono: Brasiliano (Brasiliano comune, Brasiliano risanato), Washington Navel (Washington navel comune, Washington Navel risanato, Washington Navel 3033) e Navelina (Navelina comune, Navelina risanata e Navelina ISA 315).
Il Carciofo Spinoso di Sardegna è prodotto in alcuni comuni delle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Oristano, Nuoro, Ogliastra, Sassari, Olbia-Tempio. Si caratterizza per la limitata astringenza e per la tenerezza della polpa. La produzione, la cultura ed il suo legame con il territorio trovano le radici sin dal periodo dei Fenici ed arriva fino ai nostri giorni, dove rappresenta una delle economie cardine dell’agricoltura sarda.
La preparazione della Fontina Valdostana è una ricetta che si tramanda nei secoli. Viene utilizzato latte bovino intero di razza valdostana proveniente da una sola mungitura. Le mucche vengono alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. Le forme vengono riposte in grotte dove vengono lasciate stagionare per un minimo di tre mesi: il risultato è un formaggio grasso a pasta semicotta unico al mondo.
Il marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta – è stato assegnato, invece, al Limone Femminello di Siracusa e al Salame di Piacenza: la qualità di questi prodotti è strettamente legata all’area geografica per le fasi di produzione e trasformazione e li rende degni di essere tutelati.
Il Femminello di Siracusa è un limone coltivato nei giardini della costiera ionica siciliana e conosciuto sin dai tempi delle dominazioni araba e normanna. La sua caratteristica, al di là dei sapori, è l’alta percentuale di succo: di solito superiore al 30%.
Il Salame Piacentino è invece un salame a grana grossa, impastato con sale, spezie, aglio e vino bianco, prodotto solo in provincia di Piacenza con suini allevati in Emilia e Lombardia, con una stagionatura di almeno un mese e mezzo.
L’Italia è il Paese europeo più ricco in prodotti agroalimentari di eccellenza e da anni fa da traino alla crescita della qualità in Europa. Dop e Igp italiani sono – solo per citarne qualcuno – il Grana Padano, il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Prosciutto di San Daniele, la Mortadella di Bologna, ma anche meno diffusi come la Castagna di Montella o il Fagiolo di Sarconi. A questo punto, non resta che l’imbarazzo della scelta…
Silvia Pluchinotta