Vino a tavola sì o no? Con buona pace degli irriducibili difensori del nettare degli dei, dubbi sui reali benefici per il cuore derivanti dal vino rosso sono stati espressi da Eric Sijbrand dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, in occasione del meeting annuale della Società Europea di Cardiologia (Esc).
Il vino rosso era stato esaltato per le sue potenzialità dopo uno studio compiuto nel 1979 e pubblicato su The Lancet che riguardava il cosiddetto “paradosso francese“.
Sembrava infatti misterioso il fatto che i francesi, pur abituati ad un’alimentazione ricca di grassi saturi, derivanti prevalentemente dal burro, presentassero un tasso di mortalità cardiovascolare più basso rispetto a quello di altre nazioni. Si era dedotto che il loro segreto fosse racchiuso nel resveratrolo, un polifenolo dalle proprietà antiossidanti presente nella buccia degli acini di uva rossa, che garantiva benefici effetti sui vasi sanguigni ed agiva positivamente anche sul metabolismo dei grassi.
Dove è dunque il problema?
Sembra nella replicabilità di tali virtù benefiche: Sijibrand e i suoi ricercatori non sono riusciti a riprodurre gli effetti positivi sulla salute attribuiti al vino rosso. Anche ammettendo che possano ripetersi, è difficile, secondo Sijibrand, riconoscere il merito al solo resveratolo.
Da un disincanto all’altro, pare che anche il cioccolato fondente, legalizzato a seguito della sua positiva influenza sulla salute del cuore, debba essere privato della sua aureola benefica e riconosciuto solamente come un delizioso peccato di gola.
Ciò a seguito dei dubbi espressi da Steffen Desch dell’Heart Centre dell’ Università di Lipsia, in Germania, il quale ha giudicato “inconcludenti” le varie ricerche svolte sino al momento sulle proprietà salutari del cioccolato, a seguito delle quali gli era stata attribuita un’azione antipertensiva ed antinfiammatoria, per giungere alla conclusione che avrebbe potuto essere utilizzato anche con funzione preventiva.
Secca la risposta di Desch, secondo il quale gli effetti positivi riscontrati sarebbero segni e non prove. Scettico si è dimostrato anche davanti ai risultati di uno studio presentato al meeting dell’Esc dello scorso anno, dal quale risultava che a seguito del consumo di cioccolato fondente era possibile evidenziare una riduzione pari al 37% del rischio cardiovascolare.
Una conclusione affrettata a giudizio di Desch, secondo il quale per dimostrare gli effetti benefici del cioccolato sul cuore sarebbe necessario confrontare il fondente con un prodotto uguale, ma privo di flavonoidi antiossidanti, operazione che risulta piuttosto difficile.
Desch sostiene che
“non esiste al momento un’evidenza solida dei benefici del cioccolato fondente sulla salute cardiovascolare, né una spiegazione esauriente sul suo meccanismo d’azione”.
Quale l’impatto di queste dichiarazioni su di noi, consumatori amanti dei piccoli piaceri della vita? Nessun divieto al consumo di un buon bicchiere di vino rosso o di qualche pezzetto di cioccolato! L’invito, come saggezza insegna, è quello alla moderazione e al controllo. Del resto, già lo sapevamo, vero?