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Balbuzie e scuola: 10 consigli utili

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Balbuzie e scuola: il ritorno tra i banchi rappresenta un momento delicato per i tanti ragazzi affetti dal disturbo, che colpisce l’1% della popolazione, con picchi del 5% tra i bambini.

Se non viene affrontata con tatto e la dovuta competenza, la balbuzie può portare molti studenti a credere erroneamente di non essere portati per i rapporti sociali e le attività intellettuali, fino al punto di rinunciare alla stessa carriera scolastica.

La scuola, come espressione massima di socialità in giovane età, è una realtà temutissima da chi soffre di problemi di fluenza – conferma Giovanni Muscarà, ex-balbuziente e fondatore dell’International Stuttering Centre, centro specializzato nella riabilitazione da balbuzie -. Una forte azione di sensibilizzazione, ma soprattutto di informazione e preparazione del copro docente, può davvero rappresentare uno strumento efficace per affrontare in modo adeguato la Balbuzie a scuola“.

Ecco alcuni consigli che gli insegnanti e gli stessi genitori possono osservare:

1. Dallo studente disfluente bisogna aspettarsi la stessa qualità e quantità di lavoro rispetto a chi non balbetta

2. È necessario educare tutti i membri della classe all’ascolto e al rispetto dei turni di conversazione (disfluente compreso che deve osservare le stesse regole e norme di comportamento). Per tutti i bambini – e soprattutto quelli che balbettano – è molto più facile parlare quando ci sono poche interruzioni e hanno l’attenzione dell’ascoltatore

3. Non completare le parole o anche non parlare al suo posto, anticipandogli le parole. Questo aumenta la frustrazione nel bambino / ragazzo

4. Mantenere lo sguardo e non distoglierlo: è importante ciò che dice e non come lo dice

5. Non dire all’alunno “rallenta”, “stai calmo” o semplicemente “prendi fiato”. Non serve a nulla e gli fa sentire che si è concentrati sul suo modo di parlare. Fondamentale è infatti ridurre la tensione nel bambino nei momenti in cui “si blocca”

6. È importante ridurre lo stato di tensione e ansia di chi balbetta perché la balbuzie spesso comporta spasmi e contrazioni muscolari, che si accentuano in situazioni di stress e si balbetta

7. Iniziare la terapia da piccoli porta risultati più efficienti

8. Dare l’esempio nella comunicazione. Spesso un insegnante che parla velocemente induce nel balbuziente l’idea di avere fretta per cui durante un dialogo o una interrogazione egli cercherà di fare in fretta. La velocità per una persona che balbetta unita all’ansia di essere interrogato può accentuare il problema. Con gli studenti che balbettano è necessario parlare senza fretta, facendo buon uso delle pause.

9. Seguire il contenuto, non la difficoltà. Come? Fare delle osservazioni in modo da far capire che si sta ascoltando il contenuto del messaggio, non come lo si dice

10. Avere un confronto con lo studente che balbetta sulle sue esigenze, che vanno rispettate senza però essere accomodanti. Non va trattato da diverso, quindi in definitiva comprensione e mai pena.

Ripetizioni di parti di parole, o di intere frasi; prolungamenti di suoni, blocchi e interiezioni. Il picco maggiore si evidenzia tra i 30 e i 36 mesi e ne soffrono più i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4 a 1.

Parlare implica il controllo e la coordinazione di oltre 100 muscoli contemporaneamente – spiega Muscarà – Ecco perché lo studioso del linguaggio, Martin Sommer, ha paragonato la balbuzie al suono prodotto da un’orchestra disorganizzata. Egli spiega che il problema non è attribuibile né ai singoli orchestrali né al cattivo funzionamento di uno strumento in particolare: ogni orchestrale infatti conosce la partitura e ogni strumento funziona perfettamente. Il problema è nel coordinamento delle singole parti che, attivandosi nel giusto timing, rendono possibile il parlare“.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.