Il numero dei medici obiettori di coscienza per quanto concerne l’aborto è in aumento. I dati in proposito sono emersi dalla relazione 2012 sulla legge 194, appositamente dedicata ad esso, La nuova relazione è stata presentata ieri, martedì 9 ottobre, in Senato ed è stata firmata dal Ministro Balduzzi.
Da essa emerge come il numero degli obiettori di coscienza sia aumentato in maniera significativa nel corso degli ultimi anni, con particolare riferimento ad alcune regioni del Sud. In Basilicata, Campania e Molise è infatti stata registrata una percentuale molto elevata di medici ginecologi obiettori di coscienza. Essi rappresenterebbero l’85% del totale.
Un discorso analogo vale per i medici anestesisti che hanno optato per l’obiezione di coscienza. In Sicilia tale scelta è stata effettuata dall’86% del totale, mentre in regioni come la Valle d’Aosta o la Toscana la percentuale in proposito non supera il 27%. Nel 2010 il 46% degli aborti volontari è avvenuto nelle regioni del Nord, che sono seguite dalle regioni del Sud, del Centro e dalle Isole.
I dati riguardanti il numero di interruzioni volontarie di gravidanza oscillano di alcune migliaia tra il 2010 ed il 2011, con un calo stimato per il 5%. Si è infatti passati da quasi 116 mila a poco più di 109 mila casi di aborto da un anno all’altro. Il 34,2% delle donne che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza è di origine straniera.
I dati mettono inoltre in luce come siano in aumento i casi delle donne che per interrompere la propria gravidanza scelgono di affidarsi alla pillola abortiva Ru486, con 3836 casi nel 2010 e 3404 nella sola prima metà del 2011. L’utilizzo della pillola abortiva al momento avviene in tutte le regioni, ad eccezione delle Marche. A farvi ricorso sono per lo più donne italiane di mezza età e istruite.
Marta Albè