A molte donne viene consigliato nel corso della gravidanza di sottoporsi ad amniocentesi, un esame che consiste nel prelevare una piccola quantità di liquido amniotico per scongiurare l’opportunità che il bambino abbia alcune malattie tra cui la sindrome di Down. Questo esame però comporta dei rischi, le ultime stime parlano di 1 caso di aborto ogni 150-200 circa e alcune donne proprio per questo scelgono di evitarlo.
Prestò però si potrebbe dire definitivamente addio all’amniocentesi grazie ad un nuovo test in grado di rilevare le anomalie cromosomiche più frequenti. Si tratta in sostanza di una semplice analisi del sangue che ha mostrato un’attendibilità di oltre il 99% nel rilevare la Sindrome di Down e del 98% e 80% nel caso delle trisomie 18 e 13, ovvero la Sindrome di Edwards e Sindrome di Patau.
La scoperta è stata dei ricercatori della Stanford University (Usa), che sono riusciti a mettere in sequenza il genoma di un feto usando il sangue della mamma. Secondo gli esperti, a differenza dell’amniocentesi, questo test è privo di rischi, tant’è che il suo utilizzo è stato avallato dalla Fetal Medicine Foundation e in particolare dal professor K. Nicolaides, esperto mondiale nella diagnosi e nella terapia prenatale.
Il nuovo test si potrà eseguire dalla 10 settimana di gravidanza in poi con esito in 15 giorni. Aspettiamo con ansia la sua consacrazione ufficiale e l’arrivo in Italia!
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