Se è vero che la mamma migliore è quella part-time è anche vero che sempre più mamme decidono di abbandonare il proprio lavoro dopo aver dato alla luce il primo figlio. Per evitare che questo accada il governo ha deciso di stanziare dei fondi da attribuire alle mamme che lavorano.
A partire dal 2013 per favorire il rientro in azienda dopo la maternità, lo Stato assegnerà alle donne che lavorano un bonus di 300 euro mensili per un periodo limitato (massimo sei mesi) durante il primo anno di vita del bambino. Questo incentivo non verrà assegnato a tutte le neomamme, ma solo a quelle che ne hanno realmente bisogno, ossia quelle donne che devono mantenere il proprio posto di lavoro, perché hanno un reddito familiare basso.
Il bonus baby-sitter potrà essere speso esclusivamente per sostenere le spese di un asilo nido o per pagare una baby-sitter che si occupi del bambino.
In che modalità verrà attribuito il bonus? Se la mamma deciderà di affidare il proprio bambino ad un asilo nido lo Stato verserà la retta direttamente alla scuola, se invece opterà per una baby-sitter la mamma riceverà dei voucher, ossia dei buoni per i lavori occasionali, da consegnare alla baby-sitter come parte del compenso che le spetta.
Perché lo Stato ha deciso di stanziare questi fondi? È molto semplice, molte donne decidono di lasciare il proprio lavoro per occuparsi dei propri figli poiché discriminate sul lavoro a causa della loro maternità.
Attraverso questo bonus lo Stato si impegna a favorire un sereno rientro in azienda delle neomamme affinché non abbandonino il proprio lavoro. Il numero delle donne che si licenziano dopo la maternità è infatti in netto aumento, basti pensare che la media nazionale delle mamme che lavorano si aggira intorno al 46% contro il 58% di quella europea.
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