Non sempre quelli che crediamo essere vantaggi o doti naturali si dimostrano tali. È il caso della capacità di usare con la stessa disinvoltura la mano destra e la mano sinistra per scrivere, mangiare e per il nostro fare quotidiano.
Soprattutto nei bambini, questa abilità che potrebbe sembrare di fatto utile, o comunque in più rispetto alla norma, si rivela essere invece un campanello d’allarme, indicatore di possibili disturbi linguistici, comportamentali e scolastici futuri.
Arriva a questa conclusione uno studio scientifico condotto dagli psicologi dell’Imperial College di Londra su quasi 8000 bambini presi in esame in due distinti momenti della loro crescita: in una prima fase, i bambini oggetto della ricerca sono stati intervistati all’età di 7/8 anni, con il preciso obiettivo di trovare quanti tra essi fossero in grado di usare sia la mano destra che sinistra per le loro attività; una volta identificati i bambini ambidestri (87 per la precisione), si è aspettato di analizzarli insieme agli altri all’età di 15/16 anni. Al termine dell’esperimento, è emerso che proprio i bambini ambidestri mostrano maggiori probabilità di avere disturbi del linguaggio (come dislessia) e un cattivo rendimento a scuola rispetto a destri e mancini, con l’aggravante del rischio di sviluppare il temibile disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (la sindrome ADHD) durante gli anni delle scuole superiori.
Alina Rodriguez, coordinatrice del gruppo di ricerca, ha commentato questo risultato cercando da una parte di evitare gli inutili allarmismi ma, dall’altra, invitando genitori, insegnanti ed educatori ad una maggiore attenzione ai segnali di disturbo che i bambini possono inviare in grande anticipo, per cercare di evitare loro sofferenze e disagi inutili. “Questa ricerca – ha spiegato la dott.ssa Rodriguez – suggerisce che alcuni bambini in grado di utilizzare entrambe le mani in modo indifferente per scrivere hanno maggiori difficoltà a scuola rispetto ai loro compagni che utilizzano solo la mano destra o solo la sinistra. I nostri risultati non devono essere intesi nel senso che tutti i bambini ambidestri hanno problemi in ambito scolastico o sviluppano deficit dell’attenzione, ma solo che questi sono più a rischio degli altri. Pensiamo che la spiegazione sia in alcune differenze cerebrali, ma c’è bisogno di fare ulteriori ricerche“.
Le differenze celebrali a cui accenna la dott.ssa Rodriguez lasciano supporre che il cervello dei bambini che scrivono con tutte e due le mani lavori in modo diverso da quello degli altri, resta però da comprendere quale sia questo modo e se a provocarlo sia una causa puramente genetica o una condizione esterna che interviene nella fase di crescita e sviluppo del bambino. Di certo c’è che i bambini ambidestri presentano un rischio raddoppiato di soffrire di iperattività e dislessia e questo dovrebbe essere comunque un elemento da tenere in considerazione per tutti gli educatori e i genitori. Succede spesso, infatti, che gli adulti inducano i bambini, soprattutto i mancini, a controllare la propria indole e il proprio istinto e a imparare ad usare entrambe le mani per le proprie attività.
La ricerca degli psicologi inglesi, pubblicata sulla rivista scientifica Pediatrics, accende quindi una nuova lucina sul funzionamento del nostro cervello, ancora misterioso e intricato sì, ma che spesso e soprattutto nei bambini sembra lanciarci segnali evidenti. In questo caso ce li scrive, sia con la mano destra che con la sinistra.
Virginia Panzera