Très bien! Parlare due lingue mantiene il cervello in ottima forma con l’avanzare dell’età. Lo rivela uno studio condotto da Jon Secor, professore di psicologia a sua volta bilingue sin dall’infanzia, della University of Kentucky College of Medicine e pubblicato sulla rivista The Journal of Neuroscience.
Dopo aver confrontato le capacità cerebrali e neurologiche di vari gruppi di persone, giovani adulti e anziani monolingue e bilingue, in una serie di test con esercizi di velocità mnemonica, di riconoscimento di oggetti, forme e parole, e dopo aver radiografato e monitorato il loro cervello con la risonanza magnetica, il team di scienziati ha scoperto che gli anziani che parlavano due lingue fin dall’infanzia erano due più veloci a passare da un compito all’altro rispetto a quelli che conoscevano un solo idioma.
Le scansioni dei cervelli delle persone che erano bilingue fin da piccoli hanno così rivelato che il loro cervello veniva usato in modo più efficiente, aumentandone la velocità. Questi risultati confermano l’importanza di stimolare l’attività mentale per tutta la vita in maniera regolare. Perché la maggiore efficienza dei cervelli dei bilingue è stata dimostrata non solo nei campioni di volontari giovani, di età compresa tra 20 e 30 anni, ma anche tra i partecipanti trai 50 e i 60 anni di età.
Insomma, imparare due lingue è meglio: fa bene al cervello, rafforza le capacità cognitive e la memoria e aiuta anche a prevenire malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Il tutto perché, come ha scoperto Secor, si spreca meno energia nella corteccia frontale, adibita allo svolgimento di attività che implicano un passaggio da un compito all’altro, in quanto ben allenati a farlo proprio parlando due lingue diverse: il cervello è più flessibile, sa elaborare le informazioni più velocemente ed è anche in grado di prendere decisioni più rapide.
Roberta Ragni
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