Mamme, lavate meno i vostri bambini, lasciateli più liberi di giocare e sporcarsi! Un invito che farà inorridire le patite dell’igiene, le donne che non sono tranquille fin quando non hanno disinfettato i loro bambini come se dovessero farli entrare in una camera sterile; eppure meno pulizia da piccoli equivale a minor rischio di incorrere in patologie cardiovascolari in età adulta.
È quanto risulta da uno studio della Northwestern University, che ha evidenziato come l’esposizione ai microbi durante i primi anni di vita possa influenzare i processi infiammatori legati alle malattie in età adulta. I dati emersi dallo studio rivelano che i bambini che crescono in ambienti super igienizzati, hanno maggiori possibilità di raggiungere, durante l’età adulta, alti livelli di infiammazione, che accrescono il pericolo di contrarre una vasta gamma di malattie.
Secondo Thomas McDade, autore principale dello studio e professore associato di Antropologia di Northwestern’s Weinberg College of Arts and Sciences, ciò si spiega con il fatto che i sistemi infiammatori potrebbero avere bisogno di un più elevato livello di esposizione ai comuni batteri e microbi di tutti i giorni per intraprendere il loro sviluppo. La ricerca si è svolta su circa 3000 individui, che sono stati seguiti dall’utero sino ai 22 anni di età, per comprendere come gli ambienti nei quali si vive durante i primi anni di vita, influenzino la produzione di proteine nel sangue, fino all’età adulta. Il livello di tale produzione aumenta in presenza di infezioni, come segno della risposta del sistema immunitario.
La ricerca si è concentrata, in modo particolare, sulla produzione della proteina C reattiva (CRP) come predittore della malattia cardiaca, indipendente da lipidi, colesterolo e pressione arteriosa, ma considerando il grasso corporeo e i fattori comportamentali correlati a dieta, esercizio fisico e fumo. I soggetti partecipanti alla ricerca appartenevano alcuni a ad aree benestanti, con bassi livelli di malattie infettive, come gli Stati Uniti, altri, invece, a Paesi più poveri, come le Filippine, dove i tassi di obesità e di malattie cardiovascolari ad essa collegate sono molto bassi, ovviamente a causa della scarsità delle risorse alimentari a disposizione.
Dagli esami del sangue si è evidenziato che la proteina C-reattiva era di almeno l’80% più bassa nei partecipanti allo studio nelle Filippine quando avevano raggiunto l’età adulta, rispetto ai loro “colleghi”americani, anche se i filippini hanno sofferto di molte altre malattie infettive, sia da neonati che da bambini.
Come si spiega questo risultato? È necessario ricordare che negli Stati Uniti, come in genere nei ricchi Paesi Occidentali, è diffuso nel comportamento dei genitori un atteggiamento iperprotettivo nei confronti dei figli, che porta anche all’idea di dover difendere i neonati e i bambini dai microbi e dagli agenti patogeni a tutti i costi. Questa eccessiva cura dell’igiene, però, secondo il Professor McDade, determina dei ritardi nello sviluppo del sistema immunitario, che ha bisogno, per rafforzarsi anche di input ambientali necessari per orientare la sua funzione per tutta l’infanzia e in età adulta. Con uno sviluppo incompleto delle difese immunitarie, l’infiammazione potrebbe avere più probabilità di essere scarsamente regolamentata, e di conseguenza portare a risposte infiammatorie che sono esagerate o più difficili da curare una volta iniziate.
Lasciate allora che i vostri bambini cadano, sbucciandosi le ginocchia e si rialzino da soli: si rafforzeranno; lasciate che giochino per terra, che tocchino oggetti, che abbiano la possibilità di esplorare: non solo si svilupperà il loro sistema immunitario, ma cominceranno, senza inibizioni dannose, a scoprire quel mondo che li aspetta!
Francesca Di Giorgio