Bimbi dal pediatra fino ai 6 anni: è questa la proposta contenuta nella bozza di Riordino delle Cure Primarie del ministro della Salute, Renato Balduzzi, e della conferenza Stato-Regioni in vista del prossimo Patto per la Salute.
Una scelta dettata soprattutto dalla carenza di pediatri, dal fatto che molti di essi decidano di lavorare in ospedale piuttosto che in ambulatorio e dal fatto che il rimborso pubblico per ogni assistito è più alto nel caso dei pediatri rispetto ai medici di medicina di base.
Ma la Società Italiana di Pediatria non ci sta e la ritengono una “proposta sbagliata, fuorviante e pericolosa. I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più“, nelle parole di Alberto Ugazio, presidente della Sip.
È polemica anche da parte dell’Istituto di Igiene dell’Università Cattolica di Roma: “Spero che sia solo un’ipotesi di lavoro – afferma Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto e curatore del libro Bianco della salute dei bambini – quello che emerge dal rapporto è che già oggi c’è un’eccessiva ospedalizzazione dei bambini, che al sud è doppia rispetto al resto d’Europa, e questo è dovuto allo scarso filtro fatto dai pediatri che non sono ben distribuiti sul territorio. La soluzione è fare in modo che ci siano più pediatri, che già oggi scarseggiano, non certo diminuirne il lavoro“.